Il meglio di IFN
Vola il made in Italy ortofrutticolo nei primi due mesi del 2025
Le esportazioni crescono del 7% a volume e del 20% a valore. Ritorniamo esportatori netti anche a quantità

Continua la cavalcata delle esportazioni italiane di frutta e verdura nei primi due mesi del 2025, con un aumento del 7% a volume rispetto all’anno scorso, mentre le importazioni calano invece di 5 punti. A beneficiarne è la bilancia commerciale: il saldo tra esportazioni e importazioni passa da un disavanzo di 43 mila tonnellate nel 2024 a un surplus di oltre 34 mila tonnellate nel 2025, con un incremento del 179%. Anche a valore l’ago della bilancia è più che positivo con un aumento del 20%, per circa 220 milioni di euro generati. A trainare l’ortofrutta italiana all’estero sono soprattutto le spedizioni di frutta fresca, in aumento del 26% rispetto all’anno scorso.

È quanto emerge dalle analisi del Monitor Ortofrutta di Agroter, basate sull’ultimo aggiornamento dei dati Istat. Nel progressivo a febbraio, l’export italiano di frutta e verdura aumenta del 7% a volume, con un incremento a doppia cifra (+11%) nel corrispettivo a valore. Le importazioni, seppur in calo nei volumi (-5%), costano di più: l’esborso complessivo sale, infatti, del 9% a causa dei prezzi più elevati dei prodotti esteri.

Nelle esportazioni delle principali macrocategorie ortofrutticole, è la frutta fresca a detenere il primato all’estero, con quantitativi movimentati che crescono del 26% rispetto allo stesso periodo del 2024, così come aumenta nella medesima misura il corrispondente valore generato. Seguono le esportazioni di legumi e ortaggi, stabili a volume (+0,2%) e in leggera crescita a valore (+4%) rispetto ad anno scorso. In difficoltà invece la frutta tropicale; difatti, nonostante si tratti perlopiù di riesportazioni dell’Italia, l’export diminuisce del 44% a volume e del 29% a valore. Si mantengono stabili le esportazioni di frutta secca, mentre quelle di agrumi registrano un leggero calo nei volumi (-4%), bilanciato solo parzialmente da un aumento del valore del 2%.

Sul fronte delle importazioni, solo per gli agrumi si registra un aumento dei quantitativi in entrata (+1%) ma con un esborso monetario decisamente superiore (+20%). Difatti, per le restanti macrocategorie, i volumi importati sono in diminuzione, soprattutto nella frutta fresca, in calo dell’11% rispetto ai primi due mesi del 2024.
Se spostiamo il focus sui singoli prodotti commercializzati dall’Italia nel periodo gennaio-febbraio, emerge che le mele fanno da capofila nelle esportazioni, con quantitativi spediti che ammontano a 217 mila tonnellate, in aumento del 27%. Tuttavia, le quotazioni in riduzione rispetto allo scorso anno ne hanno contenuto la crescita a valore (+22%), per un giro d’affari che comunque supera i 238 milioni di euro. Buone notizie anche per il kiwi italiano: dopo un inizio anno complicato, le esportazioni riprendono quota con un +12% nei volumi e un incremento del 30% nel corrispettivo a valore, grazie ai buoni prezzi ottenuti sui mercati esteri.

Situazione più complessa per gli agrumi italiani: nei primi due mesi del 2025, le esportazioni di arance sono in calo del 4%, mentre quelle di clementine e mandarini crollano del 17%, aprendo le porte all’importazione di prodotto straniero (+20%). Diversamente, prosegue la riconquista delle pere italiane dei mercati internazionali, con quantitativi in aumento del 166% rispetto all’anno scorso. Nelle importazioni, invece, continua l’escalation dell’avocado – un frutto sempre più apprezzato e richiesto dagli italiani – tanto che le importazioni sono in continuo aumento e fra gennaio-febbraio toccano il +13%.

Passando agli ortaggi, le brassiche guidano l’export anche se con una leggera flessione del 3% nei volumi; stesso calo registrato anche per le spedizioni di lattughe. Unica eccezione positiva sono i pomodori, che fanno segnare un aumento dell’11% nelle esportazioni. Le patate, invece, vivono un momento difficile con una riduzione del 23% nei volumi esportati. Sul fronte delle importazioni, si segnala infine un forte incremento delle brassiche provenienti dall’estero, aumentate del 47% tra gennaio e febbraio. (aa)
