Il meglio di IFN
Perla Nera: ‘non chiamatela anguria’
Campagna complessa ma positiva per il brand che ha cambiato il mercato della categoria

In ottica trade marketing il payoff ‘non chiamatela anguria’, coniato per Perla Nera dai creativi del Gruppo Mediaset all’inizio del percorso, rimane a mio avviso insuperato e si addice perfettamente a questa campagna commerciale; per questo l’ho riproposto come titolo dell’intervista ai tre soci del Consorzio omonimo per fare il punto sulla stagione.
Cominciamo con il presidente, Bruno Francescon, per capire come è andata nel complesso questa stagione 2025.
Francescon – È una campagna complessa, seppur positiva, che sembra volgere al termine molto velocemente nella Gdo senza tener conto che, probabilmente, avremo una ripresa dell’estate nel corso del mese di settembre; sarebbe davvero un peccato perdere questa opportunità perché il prodotto non è più nei negozi. Per questo stiamo lavorando con i nostri clienti per arrivare almeno a metà settembre. Infatti, pur competendo in un mercato molto meteoropatico, Perla Nera ha dato dimostrazione – soprattutto quest’anno – di fare un altro sport, forte di un pubblico di estimatori che la ricorda anche fuori stagione e, appena le condizioni sono favorevoli, la premia con l’acquisto. Infatti, anche dalla seconda metà di luglio, quando i consumi di angurie si erano bloccati, abbiamo continuato a vendere bene godendo di lift sulle promozioni davvero invidiabili, che ci hanno permesso una crescita complessiva a doppia cifra sul sia mercato interno che oltreconfine.

Con Sergio Giardina, amministratore unico de La Mongolfiera, azienda socia del Consorzio Perla Nera, entriamo più nel merito delle diverse fasi che hanno contraddistinto questa campagna e delle peculiarità del prodotto.
Giardina – La stagione, con particolare riferimento alla produzione siciliana che gestiamo nel Consorzio, si è sviluppata sino a metà luglio senza particolari sussulti, in linea con la programmazione fatta con i nostri clienti. Da metà luglio, invece, complice l’entrata contemporanea sul mercato di più zone di produzione e di più trapianti a causa dell’andamento climatico anomalo, il mercato dell’anguria è entrato in crisi. Perla Nera, però, ha saputo difendersi grazie al valore del brand - che ci ha permesso di trarre soddisfazione dalle iniziative promozionali predisposte per rilanciare i consumi – e alla costanza qualitativa che contraddistingue il prodotto, che ne ha favorito il riacquisto, permettendoci di ottenere un risultato positivo.

Concludiamo con una visione prospettica del progetto Perla Nera con Andrea Peviani, direttore commerciale della Peviani, anch’essa socia del Consorzio.
Peviani – L’esperienza di quest’annata ci insegna che il prodotto anguria è ancora fortemente legato al clima e che non è più tempo di scommesse alla cieca alla ricerca del giro giusto della roulette, come un po’ è avvenuto negli ultimi anni a fronte del rilancio complessivo della categoria. Non parliamo più di rischi calcolati ma di incertezza in un quadro climatico imprevedibile. Parimenti, anche i progetti struttati, come il nostro, vanno ben ponderati sulle potenzialità e programmati accuratamente con i clienti. Infatti, dovremmo continuare a perseguire una accurata comunicazione sui diversi target di clientela con iniziative mirate per garantirci la scelta da parte dei consumatori e la soddisfazione dei nostri clienti primari, non solo in Italia ma sempre più anche sul mercato europeo, dove Perla Nera sta dimostrandosi un progetto di valore.
In apertura: i soci del Consorzio; da sinistra Bruno Francescon, Andrea Peviani e Sergio Giardina
