Il meglio di IFN
Vendite di limoni a picco, solo il Nord Est traina
Oltre i 3/4 dei limoni si acquistano al supermercato o al discount, sempre più confezionato e meno sfuso

Dopo il picco registrato nel 2020 durante l’emergenza pandemica, i consumi di limoni in Italia hanno subito un progressivo calo negli anni successivi. Durante il periodo critico, la percezione positiva legata all’alto contenuto di vitamine – ritenute utili per contrastare i sintomi del COVID-19 – aveva spinto molti consumatori a inserire più spesso il limone nella propria dieta quotidiana. Tuttavia, con il superamento dell’emergenza sanitaria, le vendite di questo agrume hanno iniziato a diminuire costantemente, anno dopo anno. Il tema è stato più volte sviscerato sulle pagine di Italiafruit News (clicca qui per leggere), e oggi proponiamo un ulteriore approfondimento su questo “giallo” sfruttando i dati del Monitor Ortofrutta di Agroter, realizzato in collaborazione con il consumer panel di YouGov, che analizzano l’evoluzione del profilo dell’acquirente italiano di ortofrutta.
Quota di famiglie acquirenti in calo per i limoni a peso variabile mentre sono in crescita nella frutta in complesso
Anche nei 12 mesi terminanti a marzo 2025, si conferma il calo dell’interesse verso i limoni: la quota di famiglie italiane che li ha acquistati è scesa di 1,1 punti percentuali, attestandosi al di sotto del 68%, quando due anni prima sfiorava il 69%. Un dato in controtendenza rispetto alla frutta in generale, che nello stesso periodo ha visto un aumento della base di acquirenti della stessa entità (+1,1 punti). Il tutto in un contesto in cui la frequenza di acquisto è comunque aumentata (+2%), ma con un ritmo decisamente più contenuto rispetto a quello della frutta nel suo complesso, che ha registrato una crescita del 12%.

All’interno della categoria, però, è importante non generalizzare: i limoni confezionati a peso imposto, che ad oggi incidono per il 69% dei volumi, mostrano infatti dinamiche molto diverse rispetto a quelli venduti a peso variabile, principalmente sfusi. Dal punto di vista della penetrazione, la quota di famiglie acquirenti è in crescita per il peso imposto (+1,9 punti), mentre cala per il peso variabile (-1, 5). Anche la frequenza di acquisto segue la stessa tendenza, con un aumento significativo per i limoni confezionati (+8%) e un calo ancora più marcato per quelli sfusi (-11%).

Atto di acquisto: le quantità flettono meno rispetto alla frutta
Per quanto riguarda il singolo atto di acquisto, si registra una diminuzione della spesa media per i limoni (-6%), con un calo più marcato rispetto a quello osservato per la frutta in generale (-2%). Anche le quantità medie acquistate per singola occasione sono in calo sia per i limoni sia per la frutta, ma con un’intensità diversa: la flessione è più contenuta per i limoni (-6%), mentre risulta più accentuata per la frutta nel complesso (-14%).

Indicatori per canale: oltre il 75% dei limoni si acquistano al supermercato o al discount
La distribuzione dei quantitativi acquistati tra i diversi canali evidenzia una netta predominanza dei negozi a libero servizio di medie dimensioni. Più dei tre quarti dei limoni, infatti, vengono acquistati nei supermercati (53,1%) e nei discount (22,2%), entrambi in crescita, seppur con trend più contenuti rispetto a quelli registrati per la frutta in generale. Parallelamente, gli ipermercati mostrano una quota più contenuta, anche rispetto alla frutta, ma in aumento, mentre il libero servizio è in calo. I canali tradizionali, come fruttivendoli e mercati rionali, rappresentano ormai una quota residuale per gli acquisti di limoni, se confrontati con la frutta, e in forte contrazione.

Lungo lo Stivale: solo il Nord Est da segnali positivi per i limoni
L’analisi della distribuzione geografica degli acquisti a volume di limoni mostra un quadro stabile nel Nord Ovest, una contrazione nelle regioni del Centro-Sud e un ruolo decisamente trainante per il Nord Est. Quest’ultima area, infatti, è l’unica che registra un aumento significativo della propria quota, con un incremento di quasi 4 punti percentuali, raggiungendo il 26% del totale nazionale. Un risultato particolarmente rilevante se confrontato con il dato riferito alla frutta in generale, che nel Nord Est si ferma al 21,2%, seppur in aumento.

Anche a livello di quantità medie annuali acquistate per famiglia, il Nord Est spicca con il dato più alto nell’ultimo periodo analizzato e anche con l’unico trend in crescita (+7%).

