Melone: mercato in crescita, ma il clima frena l’avvio della campagna 2025

Non perderti la diretta IFN dedicata di mercoledì 28 maggio

Melone: mercato in crescita, ma il clima frena l’avvio della campagna 2025

Il comparto del melone, negli ultimi anni, ha registrato performance incoraggianti, soprattutto sul fronte commerciale. Lo confermano i dati raccolti dal Monitor Ortofrutta di Agroter, che evidenziano per lo scorso anno una crescita dei consumi a volume, trainata in particolare dal canale retail (+14% Discount e +4 % Iper + Super), favorita anche da un lieve calo delle quotazioni, sebbene vada sottolineato che i livelli di prezzo degli ultimi tre anni sono rimasti significativamente superiori rispetto al periodo precedente. Un andamento che si riflette in un fatturato in costante crescita per l’intera categoria.

Ma non mancano le criticità. Tra queste, il peso ancora determinante delle condizioni meteo, come dimostra l’avvio poco brillante della campagna 2025. Le piogge persistenti nel Nord Italia hanno inciso negativamente sulla domanda, penalizzando un prodotto che resta fortemente legato alla stagionalità.
Sul fronte del consumatore le analisi di mercato certificano come la percezione olfattiva sia ancora il primo driver che guida i clienti all’acquisto. Un criterio fortemente soggettivo, oggi perlatro poco utilizzabili con le nuove varoetà, che sottolinea quanto ci sia ancora da fare per migliorare la valorizzazione del prodotto e costruire una relazione più solida e consapevole con il consumatore.

Di questi temi – e di molto altro – si parlerà nel corso della diretta IFN dedicata al melone, in programma mercoledì 28 maggio alle ore 11:00 sui canali social di IFN. L’evento, moderato dal nostro direttore Roberto Della Casa, vedrà il confronto tra i principali attori della filiera produttiva e distributiva, per analizzare l’attuale contesto di mercato e delineare scenari evolutivi.
Ne discuteremo con:
Bruno Francescon, Presidente della omonima OP
Marco Lotta, Responsabile Commerciale Orto di Eleonora 
Gianni Spinetti, Titolare Top Melon
Domenico Raneri, presidente del Consorzio Mundial
Sul fronte retail avremo:
Giordano Giorgi, Category Ortofrutta di Conad PAC2000A
Lorenzo Trovato, Product Manager MDD Freschissimi Crai

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Superfici stabili, export in crescita
In un precedente articolo (clicca qui per approfondire) avevamo già delineato lo scenario produttivo di questa campagna in Italia, che è all’insegna della stabilità superfici, con un totale di circa 16 mila ettari e con i vari areali produttivi che non presentano particolari criticità.

Sul versante del commercio estero, il 2024 è stato un’annata positiva. Le esportazioni di melone sono cresciute sia in volume che in valore, raggiungendo rispettivamente 37.000 tonnellate e 41 milioni di euro. Numeri che si sono rivelati sufficienti a compensare le importazioni, consentendo così il ritorno a un saldo commerciale attivo per il comparto.
La Germania si conferma il primo mercato di sbocco per il melone italiano, seguita da destinazioni consolidate come Austria e Svizzera, che continuano a garantire sbocchi stabili e redditizi per il nostro export.

In aumento i consumi nel canale retail, a partire dal discount
Il mercato domestico del melone continua a mostrare segnali positivi. Nel 2024, gli acquisti a volume hanno registrato una crescita media del +10% rispetto all’anno precedente, con performance particolarmente brillanti per il canale discount, che ha messo a segno un +14%. In miglioramento anche il dettaglio tradizionale, in crescita del +5%, sebbene ancora lontano dai livelli raggiunti nel 2020, anno di riferimento dell’analisi.

Un andamento favorito in parte dalla riduzione dei prezzi rilevata tra il 2023 e il 2024, con un calo di circa 10 punti percentuali. Tuttavia, i prezzi restano oltre il 20% più alti rispetto al 2020, segno di un contesto che ha saputo - almeno in parte - trasferire i maggiori costi a valle. Il risultato complessivo è un fatturato in crescita per il quarto anno consecutivo, con un incremento del 32% rispetto al 2020, trainato soprattutto dal canale discount, che segna un significativo +45%. 

Allargando l'analisi a un orizzonte di medio periodo (dal 2016) e concentrandosi sul canale Iper+Super, emerge in modo evidente il boom dei prezzi registrato negli ultimi tre anni. Le quotazioni sono aumentate di circa 40 punti percentuali in media, spinte da un mix di offerta limitata e domanda ricettiva, entrambe influenzate in modo determinante dalle condizioni climatiche.

Campagna 2025: partenza sottotono influenzata dal clima
Anche in questo avvio di campagna 2025, il clima si conferma un fattore determinante per l’andamento del mercato. Secondo le rilevazioni settimanali del Monitor Ortofrutta nel canale Iper+Super, aggiornate fino alla settimana 18 (prima di maggio), i dati parlano chiaro: marzo e, soprattutto, aprile hanno registrato trend negativi, con un crollo nei volumi del 35% nel solo mese di aprile, non compensato da una crescita dei prezzi (+8% su base annua).
L’inizio di maggio segna un cambio di passo solo apparente. L’aumento dei prezzi al consumo, pari all’+11%, ha permesso al fatturato di tornare in terreno positivo (+4%), ma il calo dei volumi resta evidente, con una flessione del 6%.

Nel complesso, il progressivo da inizio anno evidenzia una doppia contrazione: sia a valore che a volume il mercato perde terreno, attestandosi su un calo intorno al 13-14%, con livelli di prezzo sostanzialmente stabili.
Il quadro riflette una domanda debole, che non ha trovato stimoli in una primavera instabile dal punto di vista meteorologico, in particolare nel Nord Italia, dove si concentra una parte rilevante dei consumi stagionali.

Trend consumi: “sniffare” meloni è ancora in auge
Chiudiamo l’analisi con uno sguardo alle abitudini di acquisto del consumatore, grazie a una recente indagine condotta dal Monitor Ortofrutta di Agroter su un panel di 3.000 responsabili acquisti. Alla domanda su quali siano i principali driver nella scelta del melone, il risultato è eloquente: al primo posto svetta l’odore, indicato dal 26% degli intervistati, seguito da consistenza e provenienza, entrambe al 17%. A seguire, colore (14%), prezzo (12%), mentre dimensione e richiesta di consigli chiudono la classifica, tutte sotto la soglia del 10%.

Il quadro che emerge è quello di un consumatore più attento alla qualità percepita che al prezzo, orientato a individuare il “melone giusto” sulla base di parametri empirici. Non a caso, l’olfatto si conferma il criterio guida: un frutto ‘profumato’ è percepito come sinonimo di ‘buono’.
Il gesto – ormai quasi rituale – di annusare il melone al punto vendita è, in fondo, il sintomo di una scarsa fiducia o consapevolezza nell’offerta disponibile. Se il prodotto fosse uniformemente buono e garantito, il consumatore non avrebbe bisogno di “sniffare” per orientarsi e, probabilmente, acquisterebbe con maggiore serenità e continuità. Forse è venuto il momento di fargli sapere che stiamo selezionando meloni meno profumati per allungare la shelf life? Ne parleremo nella Diretta IFN del 28 maggio prossimo alle ore 11.00, non mancate!

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