Dalla distribuzione
Il carrello del futuro: più spazio per i prodotti plant-based
Per il 49% degli italiani i prodotti vegetali occuperanno 1/3 della superficie nei punti vendita

Nel futuro degli italiani ci sono meno carne, più prodotti vegetali, etichette corte, salute e sostenibilità. È questo, in estrema sintesi, quanto si evince dall’indagine che MartinoRossi - realtà di riferimento nella produzione di farine, semilavorati, ingredienti funzionali clean label e prodotti plant-based e proteici di alta qualità, privi di allergeni come glutine e soia, OGM ed ottenuti da cereali e legumi coltivati in filiera controllata - ha commissionato ad AstraRicerche, che ha condotto lo studio nel mese di giugno 2025 su un campione rappresentativo della popolazione italiana tra i 18-70 anni.
Andando più nel dettaglio del tema specifico dei prodotti plant-based – ovvero quegli alimenti di origine vegetale che assomigliano a prodotti di origine animale come carne, latte, formaggio o uova, ma sono realizzati interamente con ingredienti di origine vegetale – si nota come la loro conoscenza è già oggi piuttosto diffusa tra i consumatori italiani: il 17% degli intervistati dichiara di consumarli abitualmente, il 12% li ha provati almeno una volta mentre il 31% mostra interesse pur non avendoli ancora sperimentati. Solo il 12% non ne ha mai sentito parlare.
Le motivazioni che muovono al consumo dei prodotti plant-based oggi sono molteplici e riflettono una combinazione di fattori edonistici, etici, ambientali e salutistici. I principali driver includono la curiosità e la voglia di sperimentare nuovi sapori (44%), l'influenza dei social network (29,5%) e la percezione di gusto (27%). A questi si affiancano motivazioni ragioni di salute, come il minor contenuto di grassi e colesterolo (32%), il maggior apporto di fibre (26%), di proteine alternative alla carne (23%) e la maggiore digeribilità (20%) oppure di ordine etico, come il benessere animale (40%) e la riduzione dell’impatto ambientale (35%).
I prodotti plant-based più conosciuti sono i burger vegetali (58%), le bevande vegetali (54%) e gli yogurt vegetali (53%). Hanno una buona notorietà anche i preparati impanati pronti per la cottura (44%), i grassi vegetali (40%), le salse (38%) e i dessert vegetali (37%).
Anche i consumi rispecchiano questa gerarchia di notorietà: tra chi già consuma prodotti plant-based, i più diffusi sono burger vegetali (63%), bevande vegetali (49%) e yogurt vegetali (42%), seguiti dai preparati impanati (38,7%) e dai bocconcini vegetali (32%).
Queste alternative non sono però vissute come sostituti totali dei prodotti animali. La maggior parte dei consumatori dichiara di utilizzarle in modo equilibrato (26%) o minoritario (20,5%) rispetto ai prodotti convenzionali, oppure solo occasionalmente per variare l’alimentazione (22,4%). Solo il 20% ne fa un uso prevalente e l’11% in maniera esclusiva.

Nel futuro i consumatori prevedono, però, una progressiva e significativa diminuzione dell’alimentazione onnivora, che dovrebbe passare dal 56% attuale al 42% tra 2 anni e al 38% tra 5-10 anni. Parallelamente, cresceranno la dieta mediterranea (dal 30% al 38% tra 2 anni e al 39% tra 5-10 anni) e l'alimentazione flexitariana e vegetariana che passerà dal 14% attuale al 20% tra 2 anni e al 22% tra 5-10 anni.
A conferma di questa tendenza, emerge una forte intenzione di aumentare il consumo di alimenti di origine vegetale, espressa dal 45% del campione, con un picco significativo tra le donne della Gen Z (61%).
Coerentemente con questi dati, guardando al futuro, emerge una visione chiara relativa ai punti vendita: la maggior parte degli italiani prevede che lo spazio dedicato ai prodotti vegetali crescerà in modo significativo nei supermercati fra 10 anni. Il 20% immagina che arriveranno a occupare almeno la metà della superficie, mentre il 49% pensa che cresceranno fino a coprire circa un terzo dello spazio espositivo. Solo il 24% prevede che resteranno ai livelli attuali e appena il 6% ritiene che lo spazio dedicato diminuirà.

Quando si tratta di organizzazione dello scaffale, gli italiani mostrano opinioni divergenti: il 44% preferirebbe un unico reparto “veg o plant-based”, mentre il 41% vorrebbe trovare i prodotti plant-based accanto ai corrispettivi di origine animale, in ogni corsia. Solo una minoranza (14%) opterebbe per una collocazione a fianco degli omologhi animali all’interno dello stesso banco. (bf)
Fonte: ufficio stampa MartinoRossi
