È tempo per (grandi) investimenti nel dettaglio tradizionale

L’orto di Jack, forte dell’acquisizione di Gala Fruit, sta creando una catena di negozi di frutta e verdura

È tempo per (grandi) investimenti nel dettaglio tradizionale

Sviluppare il dettaglio tradizionale grazie a investitori istituzionali di peso. Può sembrare una boutade, ma è esattamente ciò che sta realizzando la scaleup milanese de “L’Orto di Jack” (clicca qui), come ci spiegano i Co-Ceo Pierluigi Giraudi e Arturo Casale: “Anzi, a dire il vero operiamo anche nell’horeca e nell’online; quindi, a tutti gli effetti siamo omnichannel, ma il core business resta il dettaglio tradizionale: a oggi contiamo 10 fruttivendoli sotto l’insegna “L’Orto di Jack”, con l’obiettivo di espanderci in modo significativo nel medio termine”.
Un piano ambizioso soprattutto se si considera che i due manager provengono da tutt’altro settore: da un lato Giraudi, che ha nel curriculum diverse esperienze imprenditoriali nei settori più disparati in giro per il Mondo, e dall’altro lato Casale, che ha dal canto sua un’esperienza consolidata nel settore retail e della ristorazione “L’unione delle nostre skills ha creato le giuste condizioni per sviluppare un progetto ambizioso nel settore della frutta e verdura. Analizzando la catena d’approvvigionamento, siamo arrivati all’Ortomercato di Milano e abbiamo scoperto un mondo dalle grandi potenzialità di business, dove esiste una professionalità ed una cultura del lavoro encomiabile, ma, allo stesso tempo, abbiamo notato un settore arretrato e caratterizzato da una scarsa cultura manageriale”.

Da sinistra verso destra: Pierluigi Giraudi e Arturo Casale

“Abbiamo perciò deciso, assieme ad altri partner, di mettere a frutto le nostre capacità imprenditoriali, partendo da un presupposto: il consumatore non può fare a meno di frutta e verdura e la qualità la puoi trovare solo nel negozio di vicinato. Così è nato l’Orto di Jack, che è l’insegna che identifica il fruttivendolo sotto casa che riesce a soddisfare i clienti più esigenti”.
Lo schema di business è del tutto inedito per il settore ortofrutticolo: “rileviamo le attività già avviate e che rischierebbero di chiudere a causa del mancato ricambio generazionale. Inoltre, il titolare, dopo un periodo di avviamento, può continuare a condurre il negozio ed è una possibilità presa in considerazione da molti di essi, poiché non devono più occuparsi della parte più gravosa del loro lavoro, ovvero, l’approvvigionamento notturno al mercato ortofrutticolo, che è a nostro appannaggio”.

Proprio la capacità di poter controllare tutta la catena del valore, a partire dall’approvvigionamento rappresenta il punto di forza de L’Orto di Jack. “Fin da subito ci siamo resi conto che le nostre competenze tecniche in ambito ortofrutticolo erano del tutto insufficienti e questo è un grosso limite in fase di acquisto che si ripercuote inevitabilmente anche nelle vendite. Fortunatamente ci siamo imbattuti in Gala Fruit della famiglia Catalano, fra le aziende più dinamiche dell’Ortomercato di Milano, come dimostra la loro piattaforma logistica di ultima generazione all’interno della struttura, che era a sua volta alla ricerca di un partner in grado di sviluppare il business attraverso strumenti moderni, a partire dalla capacità di saper attrarre nuovi capitali, fino a giungere all’utilizzo di strumenti digitali innovativi che permettono di monitorare il business con estrema precisione”.

Con l’entrata di Gala Fruit all’interno dell’Orto di Jack c’è stato un deciso cambio di passo: “La piattaforma logistica all’interno dell’Ortomercato ci garantisce un vantaggio competitivo in termini di velocità di approvvigionamento dei nostri punti vendita e il know how della famiglia Catalano è fondamentale per disporre di un prodotto di alta qualità alle migliori condizioni di mercato. Parimenti, in linea con le esigenze dei clienti, stiamo implementando lo sviluppo di prodotti ad alto contenuto di servizio, quindi, pronti all’uso, grazie al nostro laboratorio dotato delle migliori tecnologie a supporto. Grazie a questi tasselli possiamo procedere allo sviluppo della rete di fruttivendoli, inserendo altri punti vendita nel Nord Italia”.
 

Un altro aspetto innovativo, soprattutto in un settore che ha poca dimestichezza coi dati, riguarda l’attenzione maniacale all’aspetto gestionale: “buona parte dei primi round d’investimento sono serviti a sviluppare un gestionale avveniristico per il settore, perché ci permette di monitorare la marginalità giornaliera di ogni prodotto in ogni punto vendita e quindi di adattare la politica commerciale in funzione delle performance che rileviamo. Questo è solo l’inizio perché all’interno dei negozi stiamo implementando tecnologie di visual merchandising che ci consentiranno di profilare con estrema precisione il comportamento dei consumatori, con l’obiettivo di tarare l’offerta di ogni fruttivendolo in funzione dell’esigenze specifiche di quella determinata clientela”.

È evidente l’approccio “manageriale” al business, mutuato da altri settori, messo a terra con efficacia grazie all’esperienza di lunga data maturata da Gala Fruit. Una combinazione che dà nuova linfa a un canale troppo spesso bistrattato, come il dettaglio tradizionale: “le potenzialità non mancano, e le risorse nemmeno, come dimostra l’ultimo bando del PNRR, da 7,5 milioni di euro per lo sviluppo digitale e ambientale, che ci siamo recentemente aggiudicati, oltre ai vari round d’investimento. Quindi procediamo spediti con lo sviluppo della dei fruttivendoli de L’orto di Jack, dove abbiamo in serbo altre sorprese, che per ora non vi svelo, per conquistare i consumatori”.