L’export spagnolo torna a correre

Nel primo semestre è stato toccato il record a valore, sfondando la soglia dei 10 miliardi di euro

L’export spagnolo torna a correre

L’export spagnolo – dopo un 2023 in ribasso nei volumi ma in crescita a valore (clicca qui per approfondire) - segna, nel primo semestre 2024, un’inversione di tendenza nelle quantità, in crescita di oltre il 6%, a cui corrisponde una leggera progressione a valore (appena il 2%) sufficiente a sfondare il muro dei 10 miliardi di euro, record assoluto per il comparto iberico. Come si evince dal grafico, i volumi non sono ancora ai livelli degli anni precedenti al 2023, ma sembra un problema di poco conto vedendo la progressione con costante crescita a valore.

Per capire meglio questi dati approfondiamo l’analisi esaminando ciò che è successo in questi primi sei mesi fra i prodotti più importanti per frutta e verdura.

Partendo dalla frutta fresca, le esportazioni sono state superiori del 4% rispetto ai dati dello scorso anno e inferiori dell'8% rispetto a due anni fa. Per quanto riguarda i prodotti, gli agrumi seguono questa tendenza, crescendo rispetto allo scorso anno, ma mantenendo un forte calo rispetto a due stagioni fa (-17%). Stessa analisi anche per piccoli frutti, avocado, mele e pere. Ci si attendeva decisamente di più dal comparto meloni angurie ma i raccolti sono stati inferiori alle aspettative. In forte crescita, invece, il comparto delle drupacee, tornato a una produzione nella norma, dopo paio di annate deficitarie a livello produttivo.

A valore, il trend dell’esportazione nei primi sei mesi è in ulteriore crescita rispetto all’anno scorso, tanto da toccare la quota di 5 miliardi e 300 milioni di euro, che è il valore più alto dell’ultimo lustro, e quindi, di sempre.  A livello di prodotto, solo gli agrumi mostrano un calo rispetto a tutti i 5 anni precedenti. I meloni e le angurie sono leggermente inferiori all'anno scorso, ma ancora superiori agli anni precedenti, mentre le mele si sono stabilizzate. Ottime performance per avocado, drupacee e piccoli frutti che crescono tutti a doppia cifra. 
 

Per quanto riguarda gli ortaggi, come si può notare nella tabella del trend a volume, si osserva una crescita complessiva pari all’8% rispetto allo scorso anno, grazie ad aumento di tutte le famiglie che si stanno avvicinando ai valori massimi degli anni precedenti.

Se si guarda l’andamento a valore di queste esportazioni, si nota un leggero calo rispetto al 2023, che era stato caratterizzato da un forte effetto inflattivo, figlio di diverse problematiche meteorologiche, ma comunque superiori agli altri anni. In particolare, si nota un ridimensionamento di patate-cipolle e pomodori, mentre i cetrioli e le altre verdure sono in crescita. Infine, sono stazionari i peperoni e le brassiche-insalate.

Cercando di tirare le somme, è evidente che in un contesto internazionale di competizione sempre più agguerrita, a partire dai Paesi del Bacino del Mediterraneo come l’Egitto e la Turchia, senza dimenticare il Marocco, è incoraggiante registrare il record di esportazioni a valore nei primi 6 mesi accompagnato da una risalita dei volumi.
Chiaramente, i dati sono parziali e per trarre delle conclusioni più confidenti occorrerà verificare il trend nel secondo semestre, perché sappiamo bene quanto sia facile essere smentiti nel nostro settore, ma per lo meno partiamo da una base certamente positiva.

Ha collaborato Fabrizio Pattuelli