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È anguria-mania in Europa!
Consumi in impennata per stagioni più calde e varietà seedless. Bene anche il melone
Il cambiamento climatico è sotto gli occhi di tutti. Lo sanno bene i produttori che sono alle prese con stravolgimenti meteorologici sconosciuti fino ad ora e che impattano su diversi aspetti colturali, come l’aumento della richiesta idrica, lo sviluppo incontrollato dei patogeni e cicli colturali molto più rapidi, solo per fare alcuni esempi.
Chiaramente anche i consumi sono influenzati dal meteo, soprattutto per due prodotti come angurie e meloni, due referenze meteropatiche per eccellenza e che dovrebbero giovare dell’aumento delle temperature in atto su tutto il continente europeo.
Per verificare questa tesi abbiamo chiamato in causa il Monitor Ortofrutta di Agroter che ha analizzato l’evoluzione degli scambi commerciali di questi prodotti su Regno Unito, Germania e Scandinavia, che sono tra i principali mercati di destinazione del vecchio Continente, oltre a una breve analisi delle performance italiane sui mercati esteri.
A livello preliminare è evidente l’exploit delle angurie, che hanno raddoppiato i consumi pro-capite in Germania e UK e sono in ascesa anche in Scandinavia; per i meloni consumi più stabili, ma comunque in crescita a valore.
Il continente Europeo si sta riscaldando più velocemente della media globale
Prima di addentraci nei consumi di meloni e angurie, proviamo a capire l’entità del riscaldamento in atto sul continente europeo che sta affrontando un riscaldamento climatico più rapido rispetto alla media globale. Secondo l'Agenzia Europea dell'Ambiente, la temperatura media annua in Europa nell'ultimo decennio è stata tra 2,12°C e 2,19°C superiore ai livelli preindustriali, con il 2023 registrato come il secondo anno più caldo e il 2020 al primo posto. Le aree più colpite includono l'Europa orientale, la Scandinavia e la parte orientale della penisola iberica.
Le proiezioni indicano che le temperature continueranno a salire, con aumenti previsti da 1,2°C a 3,4°C entro la fine del secolo, specialmente nell'Europa nord-orientale, nella Scandinavia settentrionale e nei paesi mediterranei. Al contrario, il riscaldamento sarà più contenuto in Europa occidentale. Il 2024 ha ulteriormente aggiornato i record di calore, risultando l'anno più caldo mai registrato, con una temperatura media globale di 15,10°C.
Germania: boom nei consumi di angurie; bene anche il melone
Iniziamo la disamina con la Germania, la principale destinazione dell’export ortofrutticolo italiano, essendo il principale mercato al consumo europeo.
Nell’arco di 10 anni, ovvero, dal 2014 al 2023, le importazioni tedesche di angurie sono cresciute a volume del 40%, con i prezzi di acquisto che sono quasi raddoppiati, da poco più di 40 centesimi al chilo, a sfiorare la soglia di 80 centesimi al chilo. In crescita anche il melone, seppure con un trend meno importante, ma comunque in doppia cifra: +25% sia a volume sia nelle quotazioni.
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Considerando che le ri-esportazioni sono risibili al pari della destinazione industriale, è possibile quantificare il consumo pro-capite. Tenendo conto che la popolazione tedesca è aumentata da 81 a 83 milioni di abitanti, il consumo pro capite di angurie è passato da 3,9 kg a 5,4 kg pro capite, mentre il consumo di meloni è aumentato da 1,4 a 1,7 kg pro capite.
Un consumo molto alto, soprattutto per l’anguria, in un periodo piuttosto concentrato: da maggio a settembre si consuma l'87% delle angurie e il 73% dei meloni. Quindi, i calendari sono abbastanza simili, anche se si evince, come in Italia, come il melone tenda ad avere un periodo di commercializzazione più esteso rispetto all’anguria – infatti da novembre ad aprile si consuma il 13% delle angurie e il 27% dei meloni – che si conferma il prodotto estivo per eccellenza anche per il popolo tedesco.
L’impennata del valore delle angurie è data sicuramente da un aumento dei consumi, ma soprattutto dall’introduzione di varietà seedless dalle ottime caratteristiche qualitative che hanno alzato il valore complessivo della categoria, proprio come successo in Italia.
Regno Unito: consumi angurie quintuplicati. Melone destagionalizzato
Spostandoci oltre Manica, così come per la Germania, la produzione di angurie e meloni del Regno Unito è praticamente nulla, così come le sue esportazioni, per cui possiamo ritenere che il suo consumo sia dato direttamente dalle importazioni che effettua. In questo caso proviamo ad allargare ulteriormente il periodo di analisi, fino al 2004.
I consumi di meloni sono sostanzialmente stabili, con i classici alti e bassi legati all’annata, come evidenziato anche dai prezzi del prodotto importato, che sono raddoppiati in 20 anni.
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Spostandoci all’anguria, impressiona l’exploit a volume delle importazioni: nel 2004 le quantità si aggiravano attorno a 30 mila tonnellate, che sono diventate oltre 160 mila vent’anni dopo. In pratica i consumi di angurie da parte degli inglesi sono quintuplicati.
Per quanto riguarda la stagionalità, Il 60% dei meloni viene importato da aprile a settembre e il 40% da ottobre a marzo, mentre per le angurie, l'effetto delle temperature è ancora evidente e le importazioni da aprile a settembre rappresentano il 78% e quelle da ottobre a marzo solo il 22%.
Ragionando in termini di consumo pro-capite, considerando anche l’aumento di popolazione da 60 a 69 milioni, emerge un valore attorno ai 2 chili per il melone, e superiore ai 3 chili per le angurie. Facendo un confronto con la Germania, nel Regno Unito tendono a mangiare più meloni e meno angurie, nonostante quest’ultime siano in forte crescita.
Scandinavia: bene l’anguria, melone in stallo
Terminano l’analisi europea con la Scandinavia (Norvegia, Finlandia e Svezia), un mercato da 20 milioni di consumatori, tradizionalmente alto spendenti. Anche in questo caso si nota un’impennata nei consumi di angurie, con le importazioni che, fra il 2014 e 2023, sono cresciute a volume del 20% e a valore di quasi 50 punti percentuali.
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Performance meno lusinghiere per il melone, soprattutto a volume, che sono diminuite di 1/3 mentre i prezzi sono calati solo di 15 punti percentuali.
In termini di consumo pro-capite i valori del melone si attestano a 1,20 chili pro-capite, mentre nell’anguria sono vicini a 4 chili pro-capite.
Export italiano: volano le angurie, bene i meloni a volume
I numeri evidenziano una certa dinamicità nella commercializzazione di angurie e meloni in alcuni dei principali mercati europei. L’Italia è riuscita anch’essa a trarne beneficio? La risposta è assolutamente positiva, soprattutto per le angurie, che hanno incrementato le esportazioni a volume, sempre nell’arco di 10 anni, di quasi il 50% a volume e di un impressionate 210% a valore.
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Il melone è senza dubbio meno eclatante, soprattutto a volume, dove il trend è tutto sommato costante, mentre a valore le performance sono raddoppiate.
La Germania rimane la principale destinazione nell’esportazione italiana di angurie e meloni, con trend ampiamente in doppia cifra per entrambi i prodotti, anche se va segnalato che il primo fornitore tedesco è la Spagna. Si registra, inoltre, una grande progressione nel Regno Unito, nella Scandinavia, nell’Est Europa per le angurie, mentre il melone italiano è stato particolarmente apprezzato in Danimarca, Francia, Austria e Svizzera.
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Dai numeri analizzati emerge la crescita dei consumi, a tratti tumultuosa, dell’anguria nei principali mercati europei, che si conferma un prodotto estivo, evidentemente favorito dall’aumento delle temperature e dall’introduzione di varietà senza semi che hanno, oltretutto, alzato il valore percepito con evidenti ricadute positive per l’intera filiera.
Per quanto riguarda il melone, si nota una crescita più lineare dei consumi (a parte la Scandinavia) e una evidente progressione a valore. In questo è interessante notare una stagionalità meno accentuata che ha favorito le importazioni soprattutto dal Brasile durante il periodo contro stagione, ma non è detto che si aprano spiragli anche per i produttori europei.
Questo articolo è stato lanciato in anteprima sul servizio di aggiornamento settimanale su WhatsApp di Nunhems dedicato a melone e anguria (clicca qui per sapere come effettuare l'iscrizione).
Ha collaborato Alberto Biffi. (gc)