Cimice asiatica: in settimana il picco di uova e neanidi

Mariani e Zago (Fondazione Navarra): «Monitorare con attenzione i frutteti, soprattutto se privi di protezioni»

Cimice asiatica: in settimana il picco di uova e neanidi

Cosa devono aspettarsi, quest’anno, i frutticoltori italiani dalla cimice asiatica? Non è facile rispondere a questa domanda ma Michele Mariani e Alessandro Zago della Fondazione per l'Agricoltura F.lli Navarra, ci ragguagliano sulla presenza del temibile insetto al Nord Italia e, contestualmente, ci spiegano le principali strategie di difesa da adottare. “Dalle verifiche effettuate nelle ultime settimane e dalle catture nelle trappole, a oggi la presenza di adulti svernanti è in diminuzione, mentre le ovature e le forme giovanili sono in aumento; secondo il modello si dovrebbe avere il picco di uova e neanidi nel corso dell’ultima settimana di giugno”.

“Come ogni anno la presenza in campo della cimice è eterogenea, per cui allo scopo di posizionare al meglio i trattamenti in ogni singola azienda si dovrebbero effettuare accurati controlli, soprattutto lungo i bordi dell’impianto e nella parte superiore della chioma; anche il grado di parassitizzazione da parte dei nemici naturali è piuttosto variabile. Il diradamento manuale nelle pomacee, piuttosto che la raccolta in alcune drupacee, attualmente in corso rappresenta un’ottima opportunità per verificare la presenza di questo insetto; nei frutteti storicamente colpiti si dovrebbe intervenire non appena si nota la presenza di ninfe”, specificano i ricercatori.

“I frutteti privi di protezione antigrandine e/o antinsetto sono più esposti agli attacchi di cimice e, di conseguenza, in questi casi l’attenzione e la tempestività dovrà essere massima. La difesa chimica è piuttosto complessa; tutti i prodotti disponibili sono dotati solo di un’attività di contatto; quindi, le cimici devono essere colpite direttamente dalla miscela. La persistenza d’azione è breve e tutte le sostanze attive mostrano la migliore efficacia nei confronti delle forme giovanili, mentre il grado d’azione sugli adulti è nettamente inferiore e non hanno alcuna efficacia nei confronti delle uova. I trattamenti dovrebbero avvenire nelle prime ore del mattino per sfruttare le temperature più basse, quando le cimici sono meno mobili”.

“In qualche caso può essere sufficiente trattare solo determinate aree del frutteto, ad esempio i bordi. In questa fase il prodotto di riferimento per la difesa è l’Acetamiprid (es. Epik SL o Kestrel); purtroppo questa sostanza attiva ha anche effetti negativi sullo sviluppo di Aphelinus mali, noto parassitoide dell’afide lanigero del melo, quindi, i trattamenti devono essere gestiti con particolare attenzione”, concludono Mariani e Zago.