Si anima il dibattito sulla nocicoltura italiana su IFN

Il commento di un lettore a sostegno e integrazione delle dichiarazioni dell'OP Il Noceto

Si anima il dibattito sulla nocicoltura italiana su IFN

Nelle scorse settimane abbiamo pubblicato un approfondimento sulla nocicoltura italiana con alcune dichiarazioni dell'Op Il Noceto (clicca qui per approfondire). In particolare, l'azienda ha fatto appello all'Unione Europea per ricevere una maggiore tutela sulla produzione nazionale: il comparto, difatti, sta affrontando un periodo difficile, fatto di volumi in calo, problemi fitopatologici e infine, non per importanza, criticità legate alla concorrenza estera. 
L'argomento ha stimolato il dibattito e qui di seguito riportiamo con piacere il commento di un lettore, coltivatore ed esperto del settore:
 

Buongiorno,
Dalla ultra trentennale esperienza di coltivatore di noci in frutteti specializzati mi sento di integrare le osservazioni fatte dal direttore de Il Noceto sulla vostra rivista on line.
Tutto vero ciò che evidenzia, anche se auspicare il protezionismo è un argomento pericoloso se usato a senso unico. Io vi sto scrivendo con Computer Americano di cui molte componenti provengono dalla Cina (forse è stato assemblato in quel paese). Non disdegno abiti la da lavoro e scarpe tecniche, che provengono dal Vietnam o dal Bangladesh. Questi paesi non prestano la massima attenzione al rispetto dell’ambiente. 
Vorrei dare un contributo propositivo al problema sollevato, un’integrazione che chiamerei “Cronaca di un disastro annunciato”. 
Non vi propongo di produrre noci con un guscio composto da 3 valve (foto in apertura).
Se fosse vero che in California si produce il triplo e le noci californiane vengono vendute sul nostro mercato ad un terzo del prezzo, chiuderei qui le considerazioni. I prezzi vanno comparati con merce di eguale qualità. E le produzioni risultano triple solo se si valutano in libbre/ha.
Abbiamo avuto ed avremo nuovi parassiti e nuovi patogeni, però i nocicoltori stanziano circa il 7-8 per mille del fatturato per la ricerca…e non tutti lo fanno, anche se l’eventuale beneficio ricade potenzialmente su tutti. Fino all’esplosione del problema di campagna  la maggior parte dei produttori nega l’evidenza e quindi non si fa ricerca mirata se non per tamponare i problemi. Chiamiamo frutteti specializzati una serie di alberi messi in file ordinate, ma non abbiamo investito sulla ricerca vivaistica per cui in quelle file ordinate qualcuno ha scaricato i residui dei vivai di mezzo continente. Non è infrequente trovare dei frutteti con il 30% di piante fuori tipo! Si continua a Piantare in base a decisioni prese negli ultimi 3-4 anni che si basavano su informazioni economiche e tecniche vecchie di 3-4 anni. I frutteti per avere una sostenibilità economica nei confronti della meccanizzazione debbono avere dimensioni considerevoli e quindi non è infrequente che si facciano investimenti  di mezzo milione di euro e oltre.
Coloro che si lamentano oggi, quanto hanno investito in professionalità e conoscenza? Quanto hanno investito in ricerca coordinata? Quanto hanno anteposto le propria autonomie differenziate alla collaborazione? (non parlo di cooperazione)
Un altro grosso problema, che se non bloccato per tempo, porterà la nocicoltura specializzata del Nord Italia alla debacle che fu della Campania negli anni 70-80…..(la storia non insegna proprio nulla) è che abbiamo una frammentazione dell’offerta altissima, circa 20 marchi offrono un prodotto che potrebbe essere omogeneo e di altissima qualità, differenziato solo da livelli qualitativi derivanti da capacità produttive e da parametri di selezione diversi…di male in peggio. Il nostro prodotto potrebbe essere di nicchia, ma stiamo lavorando per frammentarla.
Oltre agli argomenti evidenziati dal Direttore dell'Op Il Noceto, aggiungerei che sarebbero da perfezionare le capacità di fare i conti di coloro che hanno investito nella coltura di recente, trovare un modo intelligente per aggregare l’offerta con standard unici ed investire in ricerca e assistenza tecnica…..senza ciò si potrebbe configurare il quadro completo di un tentativo di morire a livello economico incolpando coloro che esportano, sia di essere più bravi che di essere più liberi.

Cordialmente, 

Enrico Bortolin
Coltivatore di noci dal 1991 al 2023
Tecnico di settore dal 1994
nonché autore della foto di apertura


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