«Extra rosse», una bella promessa da mantenere

Passione, dedizione e tecnica per le arance del gruppo Barbera

«Extra rosse», una bella promessa da mantenere

Dalle pendici dell’Etna al Benelux con ritorno su tutto il territorio italiano. È il viaggio di successo che hanno compiuto le arance brandizzate “Extra Rosse” dell’azienda Barbera, ovvero arance quattro volte più rosse di quelle tradizionali. Una storia, o per meglio dire una promessa, che abbiamo raccontato a Think Fresh con il nostro Special Guest Alessandro Barbera, direttore generale del gruppo catanese

L’idea di produrre solo arance rosse selezionate nasce appunto tra Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo, dove l’azienda era impegnata ad affermare i suoi prodotti dal 2005 al 2008.
“All’epoca l’azienda era ancora piccola e io organizzavo le degustazioni nei punti vendita dei supermercati – ci racconta Alessandro Barbera – e i clienti fin da subito ci hanno richiesto una maggiore selezione con arance più rosse di quelle che erano disponibili. Da lì abbiamo iniziato a pensare di selezionare solo arance dalla colorazione ‘decisa’ identificate con il marchio ‘Extra Rosse”. Dopo qualche anno il progetto è approdato anche sul territorio italiano e questo è stato l’anno della consacrazione (clicca qui per approfondire)”.

Alessandro Barbera

Barbera non ha dubbi sulla segmentazione delle arance: “Ci sono le bionde spagnole o le rosse siciliane – spiega – e il fatto che noi abbiamo solo arance rosse selezionatissime è scritto su tutte le confezioni. È una promessa che vogliamo mantenere e lo facciamo mettendo in retina solo il prodotto migliore. Riesco a vendere solo quello che mi piace e che so fare bene, non contano più di tanto i volumi ma quanto piace il prodotto esposto sui banchi vendita”.

Portainnesti, varietà e altitudine: ecco come nascono le Extra Rosse
La produzione delle Extra Rosse passa da tre pilastri fondamentali ovvero portainnesti, varietà e altitudine. “Per quanto riguarda i portainnesti – specifica Alessandro Barbera – ne abbiamo scelti di specifici che possano valorizzare al massimo la qualità dei frutti. Si tratta di portainnesti in grado di produrre 60 chilogrammi a pianta anziché gli 80-100 di quelli più performanti ma quello che importa è che le arance prodotte abbiano una colorazione rossa ‘decisa’ e che rispettino le caratteristiche organolettiche dei frutti secondo i  nostri standard”.
A livello di varietà, le Extra Rosse Barbera derivano da specifici cloni varietali di Moro v.c.r., Tarocco v.c.r. e Sanguinello Moscato, accuratamente selezionati dall’azienda siciliana e raccolti solo quando raggiungono il giusto grado di maturazione.
Infine entra in gioco l’altitudine: “Coltiviamo le extra rosse a 400 metri sul livello del mare, alle pendici dell’Etna, in particolare ad Adrano, in provincia di Catania. Si tratta di una zona che in passato soffriva per le gelate e non permetteva alle arance di raggiungere il loro caratteristico colore rosso: ora, con il cambiamento climatico, le cose sono cambiate e l’areale si presta come zona di produzione ottimale”.

Roberto Della Casa e Alessandro Barbera sul palco di Think Fresh 2024

Da progetto di successo a ispirazione per il settore
Se il progetto “Extra Rosse” ha già garantito una crescita del 30-35% nei Paesi esteri, ora l’azienda aspetta fiduciosa anche lo sviluppo in italiana. Sono già in atto collaborazioni con alcune aziende, che mirano anche a valorizzare il territorio di produzione e ad aumentare il contenuto salutistico dei frutti. “Il nostro obiettivo – conclude Barbera – è veder fiorire le nostre zone con gli agricoltori che tornano a piantare solo varietà selezionate. Inoltre, le nostre Extra Rosse rappresentano un ottimo esempio di prodotto con valenze salutistiche, grazie al contenuto di antociani, veri e proprio emblemi del mondo degli antiossidanti. Non è un caso se ho scelto di coltivare solo queste arance, le stesse che propongo ogni giorno anche ai miei figli”.

Una promessa, quella delle Extra Rosse che – come ha sottolineato all’evento Roberto Della Casa, direttore di IFN nonché responsabile scientifico di Agroter – se mantenuta farà del bene in primis all’azienda ma anche a tutta la filiera, considerato lo stretto legame di fiducia che andrà a creare con i consumatori. “Un’esperienza – ha concluso Della Casa – che può sicuramente essere di ispirazione per le altre aziende del settore”. (am)  

Foto in apertura: Roberto Della Casa e Alessandro Barbera sul palco di Think Fresh 2024

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