Dal campo
Glifosate alle strette, i possibili sostituti sono altri erbicidi e biostimolanti
Alessandro Costanzo (Sata): «L’input arriva dalla Gdo»
L'impiego del Glifosate rappresenta ancora oggi uno dei più seguiti dibattiti nel mondo ortofrutticolo. In questo ambito, nasce ad aprile 2023 un progetto di ricerca che mira a verificare possibili alternative in sostituzione dell’impiego del Glifosate nella coltivazione del melone. I protagonisti di questo progetto sono:
- Sata, la società di consulenza che ha supportato e pianificato il progetto di ricerca nonché l’esecuzione dei campionamenti e le valutazioni analitiche in laboratori accreditati.
- Sermide Ortofruit, che ha fornito il feedback diretto sulle attività sperimentali praticate in condizioni pedoclimatiche differenti
- Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali - Produzione, Territorio, Agroenergia (DISAA) dell’Università di Milano, come partner istituzionale, con il Prof. Antonio Ferrante che ha gestito il progetto di ricerca.
Gli obiettivi della ricerca erano l’individuazione di una o più metodologie di gestione delle erbe infestanti, la definizione dei costi economici dei protocolli di coltivazione individuati in comparazione a quello praticato mediante l’uso della sostanza attiva Glifosate e l’individuazione di metodi di produzione innovativi per rispondere alle attuali e future “domande” del mercato e dei consumatori.
Alcuni temi sono stati approfonditi durante il Webinar “Sostituzione impiego del Glifosate nella coltivazione del melone” svoltosi giorno 19 dicembre presso l'Op Sermide.
Alessandro Costanzo, Responsabile mezzi tecnici di Sata, ha spiegato il motivo che ha spronato ad approfondire il tema Glifosate: “Diverse insegne della Grande distribuzione organizzata hanno imposto forti limiti per questo erbicida e alcune insegne l’hanno proprio rimosso. Così abbiamo deciso di andare incontro alle richieste e cercare di evidenziarne la sostenibilità tecnica ed economica”.
Così, sono stati testati erbicidi alternativi, come Activus ME a base di Pendimetalin, che controlla un ampio numero di erbe infestanti annuali graminacee e dicotiledoni. “Eseguendo le prove è emerso che l’applicazione in pre-trapianto risulta efficace con un controllo delle infestanti nel periodo invernale del 100%. In post-emergenza non c’era presenza di infestanti perché il Pendimetalin agisce sulle infestanti prima che germinino”.
“Le applicazioni di Activus ME una volta terminata la preparazione del terreno autunnale risultano fondamentali per ridurre l’emergenza di infestanti in primavera. Questa strategia alternativa all’utilizzo del Glifosate è risultata efficace anche se i costi non sono da sottovalutare”.
Il Prof. Antonio Ferrante, invece, ha parlato dell’importanza dei biostimolanti come alternativa: “Sono mezzi tecnici necessari per rendere le nostre colture sostenibili, migliorando le rese e riducendo gli stress biotici e l’incidenza degli stress abiotici. I biostimolanti possono aiutarci a ottenere colture con una crescita rapida e una maggiore resistenza alle piante infestanti”.
“I biostimolanti hanno l’obiettivo di migliorare la sostenibilità economica e ambientale dei sistemi produttivi ma non si sostituiscono ai fitoregolatori di crescita e agli elementi nutritivi. Possono essere utilizzati già a livello di vivaio per preparare la pianta e l’apparato radicale allo stress da trapianto. Anche per il melone questo genera un grande vantaggio, infatti aiuta la pianta ad avere miglior resistenza allo stress da trapianto, avendo così una minore suscettibilità alle infestanti”, ha concluso Ferrante.