Il meglio di IFN
Gelate, siccità e grandine: il Mediterraneo resta a corto di agrumi
Produzioni in calo in Turchia e Marocco, incognite in Egitto e difficoltà crescenti in Spagna

L’estate non è ancora finita, ma i segnali sono già chiari: nel Mediterraneo la prossima campagna agrumicola sarà meno generosa rispetto alla precedente.
Turchia in difficoltà
La Turchia, primo produttore della regione, paga gli effetti delle gelate di metà aprile, che hanno colpito sia i frutti già formati sia la fioritura in pieno sviluppo. Le stime parlano di un calo tra il 20 e il 40% su tutte le varietà di agrumi.
Egitto, raccolto in lieve ripresa ma con incognite
In Egitto si prevede un aumento della produzione tra il 10 e il 15% rispetto allo scorso anno. Un dato che però resta al di sotto della media storica e che si intreccia con un elemento di forte incertezza: i nuovi impianti di trasformazione dedicati al succo d’arancia congelato, entrati in funzione di recente, potrebbero sottrarre volumi all’export di prodotto fresco. La ripresa del raccolto in Brasile, che ha fatto crollare le quotazioni del succo concentrato, aggiunge un ulteriore elemento di volatilità.

Marocco e Grecia, produzioni contrastanti
In Marocco si attende un calo produttivo legato sia alla naturale alternanza delle piante, dopo il record di esportazioni di Nadorcott dello scorso anno (330.000 tonnellate), sia alla persistente siccità. La Grecia, invece, non registra variazioni significative: qualche incremento nell’area di Argo, compensato da cali a Laconia.
Italia stabile, con frutti più grandi
In Italia il quadro resta sostanzialmente invariato: meno frutti per albero, ma con calibri migliori.

Spagna, il cuore dell’agrumicoltura europea
La Spagna, principale produttore europeo, si prepara a un’altra campagna difficile. Dopo aver chiuso la scorsa stagione con uno dei raccolti più contenuti dell’ultimo decennio, inferiore ai 6 milioni di tonnellate, tutto lascia pensare che anche il 2025/26 si collochi su livelli analoghi, ben lontani dai 7 milioni medi registrati fino a pochi anni fa. Secondo i dati del Ministero dell’Agricoltura, la superficie coltivata a agrumi resta stabile a 300.000 ettari, ma la distribuzione territoriale è cambiata profondamente. La Comunità Valenciana, che fino agli anni ’90 rappresentava il 75% del totale, oggi pesa meno del 50%, complice la perdita di 35.000 ettari coltivati, soprattutto piccoli appezzamenti. Al contrario, Andalusia e Murcia hanno guadagnato terreno con piantagioni di dimensioni più estese. Anche la composizione varietale evolve: calano arance e mandarini, crescono i limoni. Il calo delle arance è legato a siccità, scarso rinnovo degli impianti e conversioni verso il limone, mentre quello dei mandarini è frutto della progressiva scomparsa delle clementine di Nules e delle satsuma, soprattutto a Castellón.

Focus regionale sulla campagna 2025/26
• Andalusia: meno frutti sugli alberi a causa delle piogge cadute in piena fioritura.
• Murcia: forte contrazione dei limoni. Ailimpo stima per il Primofiori una produzione inferiore alle 800.000 tonnellate (840.000 nel 2024), tra i valori più bassi dell’ultimo decennio. Sul Verna si annuncia un crollo oltre il 30%. Stesso scenario per la Vega Baja di Alicante.
• Valencia: situazione simile allo scorso anno, con danni localizzati da temporali nelle aree di Camp del Turia e Camp de Morvedre.
• Castellón: area particolarmente colpita da grandinate e maltempo, con danni su circa 8.000 ettari secondo La Unió Llauradora.
Proprio l’associazione agricola ha diffuso una prima stima provvisoria: 2,68 milioni di tonnellate nella Comunità Valenciana, il 3% in meno rispetto alla campagna precedente (2,76 milioni). In attesa delle rilevazioni ufficiali del Ministero regionale, il quadro resta orientato al ribasso.
Uno scenario in contrazione
Per il quarto anno consecutivo, la Spagna rischia di chiudere la campagna sotto la soglia dei 6 milioni di tonnellate, avvicinandosi ai livelli degli anni ’90. E, considerando le difficoltà segnalate anche negli altri Paesi del bacino mediterraneo, la campagna 2025/26 si prospetta complessivamente più scarsa della precedente.
