Economia
Salgono i toni fra Agea e Confagricoltura Emilia-Romagna
Dura replica dell'Agenzia alle accuse ricevute sulla gestione dei fondi AgriCat

È davvero stucchevole dover rispondere, ancora una volta, a ricostruzioni parziali e inesatte che sembrano avere come unico scopo quello di alzare un polverone politico, ignorando volutamente i fatti. L’intervento di Confagricoltura Emilia-Romagna sul presunto immobilismo di AgriCat e di Agea finisce per alimentare una narrazione distorta e, francamente, inaccettabile. Il presidente regionale di Confagricoltura farebbe bene a guardare con maggiore attenzione dentro la propria casa, prima di lanciare accuse infondate all’esterno.
Ripetiamo con chiarezza: non esistono 500 milioni di euro “accumulati” e fermi da parte di AgriCat. Ad oggi sono già stati erogati 56 milioni di euro, di cui 27 milioni riferiti ai danni da alluvione del 2023, con 24 milioni assegnati alla sola Emilia-Romagna. Il residuo attuale si attesta poco sopra i 124 milioni, considerando che AgriCat eroga fondi anche per altre situazioni catastrofali oltre alle alluvioni. Non serve molto per capire che i numeri evocati da Confagricoltura non solo sono errati, ma alimentano una retorica fuorviante che non fa il bene di nessuno, men che meno degli agricoltori.
Come più volte ribadito, le regole sono state condivise e accettate anche dalla Regione Emilia-Romagna.
A ciò si aggiunge un’affermazione che non rispecchia la realtà dei fatti, ovvero che i ritardi sarebbero da attribuire ad Agea, accusata di non aver “ancora sbloccato gli indennizzi”. È esattamente il contrario: Agea ha pagato. Lo ha fatto nei tempi e nei modi previsti dalla normativa, nei confronti di tutti gli aventi diritto sulla base dei dati trasmessi.
Forse il presidente farebbe meglio a informarsi davvero su ciò che sta accadendo, invece di continuare a diffondere dichiarazioni infondate. Se lo facesse, saprebbe che esiste una task force voluta dal Ministro e coordinata da Agea, grazie alla quale – da febbraio 2025 a oggi – sono stati messi a terra oltre 226 milioni di euro così ripartiti: 224.891.318,82 euro per le colture (dal 2015 al 2024) e 1.490.185,33 euro per il settore zootecnico (dal 2015 al 2021). Ulteriori pagamenti relativi alla zootecnia sono già in corso e si consolideranno entro la fine di questo mese.
Per la prima volta nella storia dell’agricoltura italiana, sono stati pagate, nell’ambito della gestione del rischio, LE STRUTTURE adibite alla zootecnia per un importo di circa 4 milioni: un traguardo mai raggiunto prima.
Per quanto riguarda i pagamenti relativi alla filiera della pera e del kiwi, è bene precisare che si è deciso di dare priorità ai ristori previsti da AgriCat per tutelare gli agricoltori ed erogare loro più fondi possibili, evitando così eventuali tagli dovuti alla regola della sovracompensazione. Una decisione assunta congiuntamente durante la discussione del Piano di gestione del rischio agricolo (PGRA) alla presenza dei CAA e – va sottolineato – anche di rappresentanti di Confagricoltura.
Pertanto, alla luce degli ultimi pagamenti effettuati da AgriCat, sono in fase di decretazione per la campagna 2023 un importo pari a 12.179.807,50 euro per la filiera delle pere e 3.312.613,83 euro per quella dei kiwi, mentre per la campagna 2024 sono in fase di decretazione circa 2 milioni di euro a favore della filiera delle pere.
Un risultato concreto, frutto di un lavoro serio, che non si presta alla propaganda. E questo impegno continua: da settembre si attiverà, sempre nell’ambito della task force, la programmazione per i pagamenti della campagna 2025, insieme al recupero delle annualità pregresse al 2023
È ora di smetterla con la politica del capro espiatorio. Di fronte a una situazione complessa, chi ha a cuore davvero il mondo agricolo dovrebbe lavorare insieme, non lanciare accuse strumentali che servono solo a proteggere rendite di posizione o scaricare responsabilità che, a ben vedere, stanno altrove.
Viene da chiedersi: dove vive il presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna? È a conoscenza di ciò che accade realmente nei tavoli nazionali? Si confronta con la sua stessa organizzazione centrale? Considerando che i rappresentati di Confagricoltura nazionale partecipano ai tavoli nazionali con professionalità e competenza al fine di trovare soluzioni proficue per il mondo agricolo?
Oppure preferisce ignorare la realtà per continuare con polemiche strumentali che nulla hanno a che vedere con il merito delle questioni? Forse, come è stato detto in un recente intervento, il vero “re nudo” oggi è proprio il presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna. (cd)
Fonte: Agea
