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Radicchi in Gdo: assortimenti a due velocità
Strategie molto differenziate tra le insegne a livello di numeriche, quota di confezionato e brand

Con la rilevazione svolta a inizio dicembre in sei insegne della Gdo di Reggio Emilia abbiamo approfondito la categoria dei radicchi, un segmento dal forte potenziale che presenta strategie assortimentali molto differenti fra i retailer e un’esposizione spesso frammentata. La diffusione di prodotto sfuso e di confezioni senza brand mette in luce un ampio margine di crescita nella valorizzazione delle referenze, soprattutto considerando che il prezzo medio risulta sensibilmente più alto rispetto alla maggior parte delle altre verdure.

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L’analisi del numero di referenze fa emergere ruoli differenti assegnati alla categoria dei radicchi: le tre insegne Coop, Esselunga e Conad presentano assortimenti ampi e profondi, dalle 9 alle 11 referenze, mentre i discount e Eurospar mantengono una proposta molto più essenziale (2-3 opzioni).
La prima chiave di segmentazione che consideriamo è il colore della foglia e, da questo punto di vista, i radicchi rossi dominano, rappresentando quasi il 60% delle referenze complessive. Le altre tipologie trovano spazio quasi esclusivamente nei punti vendita con assortimenti più estesi e principalmente con i radicchi verdi, come il cicorino o la tipologia “Milano”. I mix sono proposti soprattutto da Conad, mentre il variegato è presente in 4 negozi su 6.
Le promozioni risultano poco frequenti: presenti in soli 4 negozi su 6 e limitate a una o due referenze.

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Anche nello spazio dedicato emerge una netta differenza tra i negozi con assortimenti più profondi e quelli più essenziali: i primi riservano ai radicchi sia uno spazio complessivo sia uno spazio relativo più ampio, soprattutto Esselunga, mentre i secondi (Eurospar, Lidl ed Eurospin) li trattano come prodotto di servizio, assegnando il minimo indispensabile. In generale, l’esposizione risulta spesso frammentata, con referenze e sottofamiglie distribuite in punti diversi anziché raggruppate in un’unica area.

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Il prodotto venduto sfuso rappresenta oltre la metà delle referenze rilevate, sebbene le strategie varino tra le diverse insegne. Coop e Conad mantengono quote di sfuso diverse tra loro, ma comunque significative (rispettivamente 45 e 70%), mentre Esselunga privilegia in modo deciso il confezionato (89%). Nei punti vendita con assortimenti più essenziali prevale invece lo sfuso.

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Come spesso accade, una forte presenza di prodotto confezionato comporta una segmentazione piuttosto semplice dal punto di vista dei brand. Nel caso del radicchio ciò è ancora più evidente: l’insegna che offre il maggior numero di confezioni, Esselunga, non propone marchi specifici se non quelli legati alla propria linea “prezzi corti”.
Abbiamo rilevato un solo caso di prodotto commercializzato con il marchio del fornitore, si tratta di un articolo legato al territorio. I brand più ricorrenti appartengono alle IGP, con due referenze a marchio del fornitore e quattro di MDD, distribuite tra insegne come Coop, Conad e Lidl.

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Chiudiamo, come di consueto, con l’analisi dei prezzi medi, ordinando le diverse tipologie di radicchio in base al prezzo medio decrescente, considerando solo quelle con almeno due referenze rilevate. Nel complesso, la categoria presenta livelli di prezzo elevati, con una media generale prossima ai 6 €/kg.
In testa alla classifica si colloca il radicchio tardivo, specialità riconosciuta e prodotto di particolare pregio, con una media di circa 13 €/kg e un picco superiore ai 14 €/kg per una referenza MDD IGP. Tuttavia, i radicchi di campo mostrano valori molto simili, soprattutto nelle varianti locali, dove si registra il prezzo più alto dell’intero campione, quasi 15 €/kg.
A seguire si posizionano i cicorini, con prezzi compresi tra 6 e 8 €/kg. Tutte le altre tipologie — dal variegato ai diversi radicchi rossi (lungo, precoce e tondo) — mostrano prezzi progressivamente più contenuti (con picchi per referenze IGP), fino ad arrivare al radicchio Milano verde, che rappresenta l’estremo inferiore con la punta minima registrata di 1 €/kg. (lg)

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Quick Service è il servizio “espresso” del Monitor Ortofrutta di Agroter sull’analisi settimanale delle vendite di ortofrutta, per dare agli operatori il polso di un mercato di difficile interpretazione con gli strumenti classici.
Il servizio prevede:
- Trend delle vendite settimanali del Largo Consumo Confezionato (LCC) e i suoi reparti, per tutti i canali della Gdo
- Trend delle vendite settimanali e mensili del reparto ortofrutta (compreso il peso variabile)
- Overview mercati ortofrutticoli
Per maggiori informazioni sul servizio Alfonso Bendi – Research & Consulting Director Agroter alfonso@agroter.net



















