Il meglio di IFN
Premium, innovative, IGP: le pesche e nettarine italiane cambiano pelle
Dalla diretta IFN la ricetta per il rilancio: qualità, varietà e filiera unita
Durante la diretta IFN dedicata a pesche e nettarine, andata in onda nei giorni scorsi (clicca qui per rivederla), si è fatto il punto sulla campagna in corso: Dopo un avvio rallentato, infatti, si sta finalmente entrando nel vivo (clicca qui per approfondire). Ampio spazio è stato dedicato anche alle prospettive future del comparto, partendo dai dati sui consumi dell’ultimo decennio.
“Dal 2020 abbiamo assistito a una contrazione dei volumi, ma negli ultimi anni si intravede un recupero – ha illustrato Roberto Della Casa, direttore IFN – Un trend che si accompagna a un incremento delle quotazioni, con valori in crescita oltre il 40%. Il risultato complessivo della categoria, in termini di valore, è decisamente positivo”.
Clicca qui per ingrandire
Clicca qui per ingrandire
A incidere sul calo dei volumi, secondo Mauro Laghi, Direttore Generale di Alegra, sono state in primis le criticità produttive: “Il 2020 è coinciso con una gelata devastante e da allora si sono susseguiti eventi climatici estremi. A questo si sono aggiunti fattori esterni, come l’aumento dei costi causato dal conflitto russo-ucraino, che ha fatto impennare i prezzi di imballaggi, energia e mezzi tecnici”.
Non secondari i problemi fitosanitari e la cronica carenza di manodopera specializzata. “Per rilanciare la produzione – ha aggiunto Laghi – sarà fondamentale investire in varietà più resilienti, per far si che le rese produttive possano mantenere una redditività adeguata”.
Nonostante le difficoltà, i produttori hanno puntato su progetti di valorizzazione che hanno contribuito all’aumento del valore della categoria, in parallelo con il recupero dei volumi. Un esempio virtuoso arriva dall’areale veronese, dove l’IGP sta trainando la ripartenza. “Negli ultimi anni, l’areale veronese – storicamente riferimento della peschicoltura veneta – aveva perso smalto, tra problemi fitosanitari e incapacità di valorizzare il prodotto, con conseguenti espianti significativi – ha spiegato Leonardo Odorizzi, responsabile commerciale de La Grande Bellezza Italiana e presidente del Consorzio Pesca di Verona IGP – Ora, grazie all’IGP, stiamo invertendo la rotta: tre anni fa eravamo solo 4 produttori, oggi siamo già a 18, con oltre 10.000 quintali certificati su 52 ettari. L’aggregazione funziona, perché il produttore si riconosce in un’identità forte che valorizza il frutto”.
Un modello che ha ispirato anche altri territori, come la Puglia, dove alcuni produttori hanno avviato l’iter per ottenere a loro volta l’indicazione geografica protetta. “Aggregazione, qualità garantita, identità territoriale: questi i pilastri del rilancio”, ha sottolineato Odorizzi.

Anche la Gdo gioca un ruolo centrale, come ha evidenziato Giacomo Galdiero, AD di AOP Luce: “Con alcuni distributori abbiamo sviluppato linee premium a marchio, in particolare sulla nettarina a polpa bianca, con ottimi risultati. Una gamma varietale coerente e standard qualitativi precisi ci permettono di remunerare adeguatamente la produzione. Se non premiamo chi produce, il sistema non regge. Il consumatore chiede qualità: un frutto buono, al giusto prezzo. E sono convinto che a queste condizioni accetterebbe anche qualche difetto estetico, con un impatto positivo anche sulla riduzione degli sprechi”.
Sul fronte dell’innovazione varietale, Alegra sta investendo nel progetto Ondine, la nettarina piatta che ha conquistato il mercato. “In due anni ha compensato il calo delle nettarine tradizionali grazie alla sua attrattività – ha raccontato Mauro Laghi – Oggi abbiamo 184 ettari piantati con Agrintesa, per una produzione stimata tra 15 e 16 mila quintali. A livello consortile, tra Italia, Spagna e Francia, supereremo gli 85 mila quintali. E il prossimo anno diventeremo il primo produttore europeo, con 35 ettari in più già programmati”.
Il progetto si basa su un portafoglio di 8-9 varietà in grado di garantire qualità costante e gusto uniforme lungo l’intera campagna. “Abbiamo iniziato la raccolta proprio pochi giorni fa – ha concluso Laghi – e le prime impressioni sono molto positive”.
Il dinamismo del comparto si riflette sugli scaffali: a metà giugno, una rilevazione del Monitor Ortofrutta di Agroter presso sei insegne della piazza di Modena ha registrato tra le 7 e le 13 referenze per punto vendita, con le pesche che in questa fase dell’anno superano nettamente le nettarine.
Clicca qui per ingrandire
Oltre alla varietà dell’offerta, resta fondamentale garantire una qualità gustativa costante, come ha sottolineato Manuele Gelli, buyer ortofrutta di Conad Nord Ovest: “La qualità è l’aspetto principale e va mantenuta lungo tutta la campagna. Per questo lavoriamo su progetti condivisi con la produzione, come la linea ‘I nostri Ori’, che coinvolge aziende locali presso i territori in cui operiamo, con i quali lavoriamo a stretto contatto anche in merito alla scelta varietale. In Emilia-Romagna, ad esempio, collaboriamo con il Consorzio IGP per offrire un prodotto locale di grande livello.”.
Un altro elemento chiave da non sottovalutare riguarda l’allungamento della campagna commerciale che è a tutti gli effetti un’opportunità strategica, confermata anche dai dati di mercato: settembre mostra una rilevanza pari a giugno, e ottobre si avvicina ai livelli di maggio.
Clicca qui per ingrandire
“Una campagna più lunga assicura un potenziale maggiore – ha argomentato Giovanni Sansone, responsabile acquisti ortofrutta di Dimar, insegna Mercatò (gruppo Selex) – A ottobre spesso manca il prodotto, e per noi che ci affidiamo solo all’origine italiana sarebbe un’opportunità importante per il sistema produttivo. Oltretutto, è importante razionalizzare i fornitori e lavorare su un riassetto varietale coerente con le esigenze dei nostri clienti. A tal proposito avere la possibilità di scegliere tra progetti strutturati e brandizzati è un valore aggiunto, per l’intero sistema, e - da parte nostra - c’è massima disponibilità a collaborare su proposte valide e condivise”.
La fotografia emersa dalla diretta IFN restituisce un comparto in evoluzione, che dopo anni difficili sta ritrovando slancio grazie a progettualità condivise, innovazione varietale, identità territoriale e un dialogo più stretto tra produzione e distribuzione.
La strada per consolidare questo rilancio passa da un’offerta coerente e distintiva, capace di unire qualità costante, estensione della campagna e riconoscibilità sui mercati. (bf)
