Il meglio di IFN
Pere estive sottotono, ma l’Abate Fètel torna protagonista
Quest’anno la Regina delle pere eccelle per quantità e qualità
Dopo un anno in “panchina” la pera torna a giocare nei mercati che contano grazie ai volumi in netta ripresa che consentiranno di terminare la campagna a primavera inoltrata. Certo, l’esordio delle varietà estive non è stato dei più entusiasmanti, ma fra i produttori si percepisce un moderato ottimismo perché non solo i quantitativi dell’Abate sono tornati accettabili ma, soprattutto, la qualità è ritenuta eccezionale, come non si vedeva da tanto tempo. Da qui si deve partire per dare nuova linfa a un prodotto che sembrava avere il destino segnato, ma - come è emerso nella diretta che si è tenuta ieri sui nostri canali social (per rivedere la diretta YouTube clicca qui) - ci sono le carte in regole per invertire il trend negativo. Ne sono convinti tanto i produttori, rappresentati da Mauro Grossi, Presidente del Consorzio della Pera dell’Emilia-Romagna IGP, Adriano Aldrovandi, presidente Consorzio UNaPera e Giampaolo Nasi, coordinatore del comitato commerciale di UNAPera, quanto i distributori, coinvolti con esponenti di assoluto rilievo come Giovanni Sansone, Responsabile acquisti ortofrutta Dimar, gruppo Selex e Germano Fabiani, Responsabile ortofrutta Coop Italia.
Consumi e produzione in calo nell’ultimo decennio. Quest’anno si prevede un deciso cambio di passo.
Il nostro direttore Roberto Della Casa ha dato il via ai lavori partendo dalla disamina dei consumi negli ultimi dieci anni: “che sono dimezzati, se guardiamo i volumi del canale Iper+Super, ma possiamo distinguere due momenti: fino al 2018 c’è stato un calo in linea con l’andamento complessivo del settore ortofrutticolo, mentre dal 2019 in avanti si nota un tracollo. A valore, invece, il reparto ha limitato i danni in virtù di un prezzo al consumo che è cresciuto in modo sensibile”.
"Un aumento delle quotazioni – precisa il Direttore di IFN – che non è frutto delle speculazioni dei produttori, ma è la diretta conseguenza dell’inesorabile calo produttivo, provocato dalle innumerevoli avversità che si sono abbattute sul pero, suggellato dal tracollo dello scorso anno dove si è registrata la produzione più bassa di sempre, di poco inferiore a 200 mila tonnellate”.
Quest’anno, invece, è tutto un altro film, come spiega Adriano Aldrovandi: “Le pere ci sono e sono anche belle – sia per la forma sia per l’assenza di difetti estetici – e buone. Questo ci rincuora, soprattutto alla luce delle ultime annate, anche se non è mancato qualche danno da grandine; fino a pochi giorni fa, anche i nostri nemici più agguerriti, come la cimice asiatica e la maculatura Bruna, hanno fatto la loro parte, ma non ai livelli di altre annate. A breve termineremo la raccolta dell’Abate Fètel e fra i produttori c’è sicuramente maggior serenità perché si è tornati a raccogliere quantitativi soddisfacenti”.
Sulla stessa lunghezza d’onda si trova Giampaolo Nasi: “Quest’anno la produzione commercializzabile sarà circa il triplo di quella dell’anno scorso, quindi torneremo ad affrontare una campagna commerciale dall’inizio alla fine in maniera continuativa e, soprattutto, con una qualità decisamente migliore su tutte le varietà. A differenza di altri prodotti, le pezzature sono mediamente più grosse e questa è una buona notizia, in particolar modo per il mercato italiano, che storicamente predilige i grossi calibri”.
“Come sempre, in questo periodo c’è grande attesa per l’Abate Fétel, e vi posso confermare che la qualità quest’anno è straordinaria sotto ogni punto di vista. Probabilmente raccoglieremo un po’ meno chili rispetto alle previsioni, a causa di alcuni eventi climatici particolarmente intensi nelle ultime settimane, ma nulla di compromettente, tant’è che prevediamo di tornare a terminare la campagna fra aprile e maggio”.
Pere estive in difficoltà, penalizzate dalla concorrenza di altri prodotti estivi e dalla “coda” delle pere d’oltremare
Le previsioni positive per l’Abate Fétel e più in generale per i mesi a venire, fanno da contraltare a una campagna delle varietà estive non particolarmente entusiasmante: “la stagione è iniziata tiepidamente sotto il profilo delle vendita – sottolinea Germano Fabiani – a partire dalla Coscia siciliana, storicamente la prima varietà di pere a inaugurare la stagione, per proseguire con le cultivar del Nord Italia, come Carmen e Santa Maria. La sensazione è che ogni anno si confermi una disaffezione da parte del consumatore, non tanto perché sia deluso – in quanto è difficile trovare varietà deludenti nel comparto pericolo – ma perché è attirato da altri prodotti in grande crescita come, ad esempio, l’uva da tavola apirena oppure dalle drupacee, come pesche e nettarine, dove gli assortimenti si stanno arricchendo di nuove tipologie, come le nettarine piatte. Quindi la competizione nel periodo estivo è serrata e la pera ne sta subendo le conseguenze”.
Una disamina condivisa anche da Giovanni Sansone, che aggiunge altri elementi all’analisi: “Oltre ai consumi blandi delle pere estive, c’è stata difficoltà anche nello smaltire la coda della produzione d’oltremare che si è così sovrapposta con il nuovo raccolto nazionale, oltretutto in anticipo rispetto alle altre annate. Ritengo che, per le varietà estive, possa essere utile spiegarle con maggiore enfasi al consumatore che fa ancora fatica a riconoscerle con la dovuta attenzione, soprattutto se penso a cultivar più recenti come Carmen. Per quanto riguarda gli assortimenti le nostre scelte sono chiare: per la produzione precoce del Sud Italia puntiamo alla Coscia di Ribera, mentre al Nord ci affidiamo al brand di Opera; inoltre, si conferma la grande attenzione di Dimar ai prodotti del territorio; quindi, sui nostri banchi non possono mancare le pere provenienti dalle zone delle Langhe e Roero”. “Guardando invece al proseguo della campagna – puntualizza Sansone – le parole dei produttori, rispetto alla qualità di questa annata, sicuramente ci confortano e già dalle varietà estive abbiamo notato un cambio di passo in termini di pezzatura”.
La lettura sull’andamento pericolo estivo dei distributori è condivisa dal mondo produttivo: “in effetti le vendite a volume, soprattutto a luglio e agosto, non sono state entusiasmanti anche se i prezzi ottenuti sono stati soddisfacenti”, puntualizza Giampaolo Nasi, che aggiunge: “Condivido che a luglio e agosto soffriamo oltremodo la concorrenza dei prodotti estivi, perché già da inizio settembre abbiamo notato un deciso incremento delle vendite. È evidente che per recuperare il terreno perso, nei prossimi anni dovremo attivarci per impostare attività di promozione e valorizzazione delle varietà estive”.
Pera dell’Emilia-Romagna IGP: superfici in aumento e comunicazione efficace
Proprio sul fronte della valorizzazione e comunicazione c’è stato un evidente salto di qualità, come spiega Mauro Grossi: “Per il rilancio del comparto abbiamo lavorato su due binari paralleli: da una parte Unapera, per unire la produzione coordinando così l’offerta sia dal punto di vista commerciale che tecnico, e dall’altra l’IGP della pera dell’Emilia-Romagna per rilanciarne i consumi, perché si rischiava effettivamente di perdere la memoria del prodotto stesso. Devo ringraziare i produttori che hanno creduto nella bontà del progetto, come dimostrano le superfici certificate IGP che sono decuplicate in pochi anni, passando da 400 a 4 mila ettari e che ci hanno consentito di “spingere” nella comunicazione (grazie anche al supporto dell’Emilia -Romagna) ottenendo dei risultati ragguardevoli in tempi brevi”.
Se quest’anno si prevede un risollevamento del comparto dopo anni di magra, cosa aspettarsi in futuro, tanto in campagna quanto sui banchi della distribuzione? Ve lo raccontiamo nell’approfondimento di domani, ma se siete impazienti potete rivedere la diretta, cliccando qui sotto.
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