Melone: la qualità è la carta vincente, ma attenzione alle “trebbie”

Alla diretta IFN i retailer hanno sottolineato l’importanza del gusto per incentivare i consumi

Melone: la qualità è la carta vincente, ma attenzione alle “trebbie”

Durante la recente diretta IFN dedicata al melone, andata in onda nei giorni scorsi (clicca qui per rivedere la diretta), i protagonisti della filiera hanno espresso un cauto ottimismo per l’andamento della campagna in corso, supportati da un trend positivo registrato negli ultimi anni. A confermarlo sono i dati del Monitor Ortofrutta di Agroter, che evidenziano una crescita significativa del fatturato al dettaglio.
«Nelle ultime cinque campagne si è registrato un incremento complessivo a valore superiore al 30% – ha spiegato Roberto Della Casa, direttore di IFN – a fronte di una crescita in volume di circa 7 punti percentuali rispetto all’anno di riferimento. Il canale iper+super è quello che sta performando meglio, superando persino il discount, e questo non è scontato. È un risultato legato da un lato all’effetto inflattivo, ma soprattutto a un miglioramento qualitativo dell’offerta che ha permesso di alzare l’asticella».

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Una lettura confermata anche da Lorenzo Trovato, product manager MDD Freschissimi e Surgelati di Crai Secom/Food 5.0, che ha sottolineato come il comparto abbia saputo emanciparsi dalla logica del prezzo al ribasso. «Negli ultimi anni siamo usciti dalla logica dello 0,99, come è già successo nel segmento delle angurie, apripista di questo cambiamento. Ora l’assortimento si è arricchito con referenze premium che hanno elevato lo standard qualitativo, consentendoci – come retailer – di valorizzare meglio il prodotto, con benefici concreti per tutta la filiera, come dimostrano i dati a valore delle ultime campagne».

Ma se la qualità si conferma centrale, è altrettanto importante non fare compromessi, come ha evidenziato Giordano Giorgi, category ortofrutta di Conad PAC2000A. «Puntiamo sulla bontà del melone, e per questo è fondamentale trovare il giusto equilibrio tra shelf life e sapore. Alcune varietà molto conservabili rischiano di deludere le aspettative gustative. Inoltre, osserviamo con attenzione l’innovazione varietale, ma siamo anche preoccupati da alcune voci: c’è chi ipotizza la raccolta meccanica con macchinari simili alle trebbiatrici, per far fronte alla carenza di manodopera. Forse è solo una provocazione, ma resta il fatto che dobbiamo tenere la barra dritta su ciò che vuole il consumatore: un melone buono, dal sapore eccellente».

Guardando al futuro, Trovato ha lanciato alcuni spunti interessanti: «Per una rete come Crai, fatta di punti vendita di prossimità e superfici ridotte, sarebbe ideale un melone premium da 900 grammi, da vendere al pezzo. È una modalità poco diffusa in Italia, ma molto comune all’estero e che potrebbe rivelarsi vincente. Ci aspettiamo anche un ulteriore sviluppo del prodotto-servizio, in particolare con il mezzo melone. Resto invece più scettico sulle fette e sulla IV gamma, che potrà evolversi solo quando ci saranno varietà realmente adatte a questo tipo di trasformazione». (bf)

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