Il meglio di IFN
Kiwi: il futuro passa da qualità costante e sostenibilità concreta
Nella diretta di IFN distributori e produttori concordano su quali elementi sviluppare per il futuro
Su quali aspetti deve puntare il comparto actinidicolo italiano per competere con profitto nei mercati internazionali (senza dimenticare quello nazionale)? È una domanda che ha trovato risposta nella seconda parte della diretta IFN dedicata al kiwi, andata in onda pochi giorni fa sui nostri canali social (clicca qui per rivederla).
Partendo dal presupposto che il kiwi non è vissuto all’estero come un prodotto ortofrutticolo simbolo del Made In Italy, l’Italia deve fare la differenza, rispetto ai diretti concorrenti, qualificando l’offerta. In particolare, sono due i fari che devono guidare i produttori: qualità e sostenibilità.
Su queste tematiche il mondo distributivo è compatto.
Pier Luigi Lauriola, Responsabile ortofrutta Carrefour Italia ha infatti sottolineato l’importanza della sostenibilità nei mercati esteri: “Con la nostra centrale acquisti Socomo riusciamo a ridistribuire il prodotto italiano nelle diverse filiali estere - e ci stiamo investendo parecchio - perché si creano sinergie vantaggiose per tutto il gruppo Carrefour. Per esempio, quest’anno notiamo richieste in deciso aumento da Belgio, Polonia e Romania, mentre gli altri anni prediligevano il prodotto greco. Senza dubbio la politica di sviluppare progetti di filiera è vincente, in quanto garantiamo un prodotto sostenibile sotto tutti i punti di vista e questo elemento è, e sarà sempre più, dirimente nella scelta di un determinato Paese fornitore. Questo concetto vale per il kiwi che è fra i prodotti ortofrutticoli italiani più esportati, ma lo possiamo estendere a tutte le altre produzioni italiane”.
“Il tema della sostenibilità è altrettanto importante in Italia – ha evidenziato Gianmarco Guernelli, Responsabile acquisti ortofrutta Conad – come ha sottolineato il nostro Direttore generale Francesco Avanzini, rispetto all’evoluzione dell’Mdd (clicca qui per approfondire), che trova nella sostenibilità un valore imprescindibile. In parallelo, si deve prestare la massima attenzione alla qualità del prodotto che vendiamo. Su questo aspetto anche la Gdo deve fare la sua parte, ma a livello produttivo non si devono ripetere gli errori del passato, a partire dalle raccolte anticipate. È importante comprendere che dobbiamo offrire una qualità costante nel tempo, diversamente è inutile pensare di sviluppare la categoria con successo. D’altronde, la Nuova Zelanda è leader di mercato perché sulla qualità sono intransigenti, e nel lungo periodo questa strategia è stata vincente”.
“Qualificare l’offerta durante l’arco della stagione è un tema a noi caro e sul quale abbiamo investito nel corso degli anni – ha spiegato Cristian Moretti, Direttore Generale Agrintesa - Senza dubbio, rispetto al passato è più difficile produrre kiwi per tutta una serie di motivazioni ben note agli operatori, ma questo non deve essere un alibi, anzi, è nella difficoltà che deve emergere la capacità maturata negli anni dai nostri produttori. Certo è sempre più evidente come non sia possibile piantare kiwi ovunque, ma bisogna scegliere le zone più vocate a questa coltura e mantenere la barra dritta sulla qualità a livello produttivo. I casi di Jingold e Zespri insegnano che questa è l’unica strada per fidelizzare il consumatore”.
Qualità e sostenibilità è il binomio che caratterizza il kiwi biologico dell’OP Armonia, come ha raccontato il direttore commerciale Mario Mellone: “Anche in questo comparto è in atto un’evoluzione dei consumi. Fino a qualche anno fa, i clienti dei mercati esteri ci chiedevano in primis un prodotto duro, che garantisse una lunga shelf life. Adesso, invece, il kiwi bio deve essere innanzitutto pronto al consumo, a dimostrazione di come il sapore sia a tutti gli effetti l’elemento fidelizzante anche presso i consumatori di biologico, a torto ritenuti solo attenti all’aspetto della salubrità. Il tema della qualità garantita è la missione della nostra azienda, tanto più in un prodotto complicato come il kiwi biologico che, per esempio, raccogliamo con qualche giorno di ritardo, con tutti i rischi del caso, per guadagnare qualche punto di dolcezza. Fermo restando che, se non fossimo in un territorio vocato, sarebbe impossibile raggiungere elevati standard di produzione”.
Quindi, non si può prescindere da qualità e sostenibilità, che non si può improvvisare da un giorno all’altro, come ha spiegato Alessandro Fornari, Direttore Generale Jingold: “Lanciare una nuova varietà è un’operazione alquanto complessa, perché in realtà si introduce un pacchetto che comprende al suo interno tutta la gestione agronomica e di magazzino, oltre alla parte di comunicazione e marketing. Quindi occorre una governance che sappia gestire e sviluppare tutti questi aspetti, che sono poi alla base di un prodotto di alta qualità e sostenibile allo stesso tempo. Non ultimo, è necessario lasciare il giusto lasso di tempo affinché questi progetti riescano a consolidarsi, perché gli imprevisti sono dietro l’angolo. L’importante è avere ben chiaro l’obiettivo”.
Un concetto pienamente condivisibile che auspichiamo possa farsi strada fra gli operatori italiani di kiwi.
È possibile rivedere la diretta IFN sul kiwi qui sotto: