Dal campo
Il nematode della fragola: un avversario invisibile ma insidioso
Una sfida per i produttori: le piogge ne favoriscono la diffusione, il freddo non la limita

Resistente, rapido nella riproduzione e capace di eludere i trattamenti: il nematode Aphelenchoides fragariae – come si legge su Portalfruticola.com - è oggi tra i parassiti più problematici per la fragolicoltura. La sua capacità di insediarsi nella chioma, dove i prodotti fitosanitari arrivano con difficoltà, rende la sua gestione particolarmente complessa.
Le ricerche condotte negli ultimi anni hanno evidenziato un comportamento atipico rispetto alla maggior parte dei parassiti delle colture. Se pioggia e umidità favoriscono in modo evidente la diffusione del nematode, sorprende la sua attività durante i mesi invernali: le basse temperature e la ridotta attività vegetativa della pianta non sembrano limitarne la presenza. In altre parole, il parassita rimane attivo anche quando le condizioni, in teoria, dovrebbero sfavorirlo.

Le prove sperimentali in serra e in campo hanno permesso di testare diverse molecole, alcune delle quali in grado di ridurre la pressione del nematode. Tuttavia, nessuna ha garantito un controllo totale. Questo risultato sottolinea la necessità di superare la logica del “prodotto risolutivo” e di costruire invece programmi di gestione integrata, capaci di unire trattamenti mirati, tecniche agronomiche e monitoraggio costante. Uno degli aspetti più promettenti emersi riguarda la tempistica. Gli studi suggeriscono che la fine dell’inverno, in concomitanza con la potatura (tra agosto e settembre), sia il momento migliore per iniziare il programma di difesa. Intervenire in questa fase consente di contenere le popolazioni prima che il nematode colonizzi le nuove foglie, riducendo così i danni nelle fasi più delicate della produzione.
La sfida, dunque, non è solo scientifica ma anche gestionale: adottare strategie integrate, rispettare scrupolosamente le indicazioni d’uso dei prodotti autorizzati e intervenire nei momenti più opportuni può fare la differenza tra una coltivazione compromessa e una produzione di qualità. Per i produttori, restare aggiornati sulle nuove conoscenze e applicarle in campo è oggi l’arma più efficace contro un avversario invisibile ma sempre presente.
