Grecia, la rivolta dei trattori paralizza il Paese

Agricoltori in protesta per sussidi in ritardo, scandalo Opekepe e costi di produzione alle stelle

Grecia, la rivolta dei trattori paralizza il Paese

Le proteste degli agricoltori greci continuano a crescere d’intensità, trasformandosi in una mobilitazione diffusa che sta attraversando la Tessaglia, la Macedonia e altre regioni della Grecia continentale, come riportato da Euronews.com. Da giorni i trattori presidiano strade e autostrade, con blocchi che stanno paralizzando alcuni dei principali collegamenti del Paese.
A Larissa, epicentro della mobilitazione, gli agricoltori sono entrati in città e hanno svuotato latte nella piazza centrale, gesto simbolico con cui denunciano una crisi che considerano ormai insostenibile. Successivamente hanno raggiunto l’autostrada Salonicco-Atene, bloccandola all’altezza della città e di fatto dividendo in due il Paese. La polizia ha disposto deviazioni del traffico su strade secondarie per limitare i disagi. Anche a Serres si registrano proteste: qui i manifestanti hanno effettuato blocchi stradali simbolici, e alcuni gruppi sono riusciti ad aggirare i posti di blocco della polizia per raggiungere l’ufficio doganale di Promahona.

Le cause della protesta: sussidi in ritardo, scandali e costi alle stelle
La scintilla che ha fatto esplodere la mobilitazione è rappresentata dai ritardi nell’erogazione dei sussidi agricoli statali, dopo lo scandalo che ha travolto l’Opekepe, l’agenzia incaricata di distribuire i fondi della PAC. La procura europea (Eppo) ha infatti aperto un’indagine su casi di cittadini che avrebbero ricevuto aiuti dichiarando terreni agricoli e pascoli inesistenti. L’opposizione accusa il governo conservatore di aver coperto lo scandalo; l’esecutivo, dal canto suo, ha risposto avviando la liquidazione dell’Opekepe e annunciando un’inchiesta parlamentare.
Ma a pesare sulle aziende agricole non ci sono solo i sussidi bloccati: gli agricoltori denunciano anche un’impennata dei costi di produzione e chiedono misure immediate e strutturali.

Tensione crescente: scontri e arresti
Il clima nelle strade si fa sempre più teso. Nei pressi di Nikaia, nell’unità periferica di Larissa, la polizia ha usato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti che cercavano di sfondare un cordone. Tre persone sono state arrestate e diverse sono rimaste ferite.
Nonostante gli appelli alla calma e il tentativo delle autorità di mantenere aperti i canali di dialogo, gli agricoltori non mostrano segni di cedimento e annunciano che manterranno i blocchi fino a quando non otterranno risposte concrete.

La risposta di Mitsotakis: “Aperti al dialogo, ma niente azioni estreme”
Il primo ministro Kyriakos Mitsotakis ha rivolto un messaggio diretto al mondo agricolo, sottolineando la disponibilità dell’esecutivo a un confronto “coordinato”, ma criticando duramente le “azioni estreme”, come la chiusura di autostrade, dogane e aeroporti, che “finiscono per creare problemi ad altri gruppi sociali”.
Mitsotakis ha ricordato che il governo ha previsto per dicembre un pacchetto di sostegno economico “di entità significativa”: una seconda assegnazione di sussidi destinata agli “agricoltori onesti, che riceveranno pagamenti più elevati rispetto agli anni precedenti”.
Tuttavia, le nuove misure non sembrano, al momento, aver placato la protesta. Nei prossimi giorni sono attese nuove decisioni da parte dei comitati agricoli, che potrebbero portare a un ulteriore irrigidimento della mobilitazione. (aa)

Nella foto d'apertura agricoltori che protestano. Fonte: Euronews.com