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Frutti di bosco: una categoria sempre più amata dagli italiani
Supermercati e discount coprono l’85% degli acquisti, spinti da giovani, Nord e famiglie ad alto reddito

Nel consueto approfondimento realizzato da Italiafruit News in collaborazione con l’Osservatorio permanente YouGov Shopper, analizziamo una delle categorie più dinamiche nel reparto ortofrutta della Gdo: i frutti di bosco. Questi, negli ultimi anni hanno conquistato sempre più spazio con nuove referenze e registrato performance in costante crescita, come confermano anche le analisi sui consumatori che dimostrano un progressivo spostamento verso questa categoria frutticola. Supermercati e discount sono i principali canali d’acquisto, con il Nord Ovest che mantiene la leadership ma il Nord Est è in rapida ascesa. I consumi risultano particolarmente concentrati tra le fasce d’età più giovani e tra le famiglie con maggiore capacità di spesa.
Sempre più famiglie acquistano frutti di bosco
La quota di famiglie che acquistano frutti di bosco raggiunge il 36,1% nel 2025, con un incremento nettamente superiore a quello della frutta (+1,2 punti) e di oltre 5 punti rispetto a due anni prima. Anche la frequenza d’acquisto è in aumento (+9%), superando le 7 volte l’anno, sebbene la crescita risulti leggermente inferiore a quella della frutta (+14%).

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Non si rinuncia ai frutti di bosco, anche se si spende di più
Rispetto al 2023, nel 2025 la spesa media per acquisto di frutti di bosco cresce del 13%, a fronte di una frutta sostanzialmente stabile. I quantitativi medi restano pressoché invariati (+1%), ma il confronto con la frutta – in calo del 12% – risulta nettamente favorevole. In sintesi, le famiglie italiane continuano a comprare frutti di bosco in quantità costanti (un po' di più di una vaschetta da 250 g per acquisto), ma spendono di più, mentre riducono gli acquisti di altra frutta, segnalando un progressivo spostamento dei consumi verso questa categoria.

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I frutti di bosco si acquistano sempre di più al supermercato e al discount
Nel 2025 gli acquisti di frutti di bosco risultano più concentrati rispetto alla frutta nei supermercati (56,8%) e nei discount (27,9%), con un incremento rispettivamente di 2,5 e 6,2 punti rispetto al 2023. Quasi l’85% delle vendite avviene quindi in questi due canali, contro circa il 70% della frutta in generale. Gli altri canali restano marginali: solo gli ipermercati raggiungono il 7,6%, ma con una quota inferiore rispetto alla frutta e in calo (-3,2 punti). Supermercati e discount si confermano dunque i principali punti di riferimento per l’acquisto di frutta, e ancor più per i frutti di bosco, soprattutto nei discount, dove il divario con la frutta risulta il più marcato tra tutti i canali.

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Nord Ovest ancora l’area di maggiore consumo, ma il Nord Est avanza
Nel 2025 il 44,6% degli acquisti di frutti di bosco si concentra sempre nelle regioni del Nord Ovest, ma con una quota in calo rispetto al 51,9% del 2023. A crescere maggiormente è il Nord Est che, pur restando a distanza, conquista la seconda posizione con il 27%: un balzo di oltre 6 punti. Rispetto alla frutta, che mostra una distribuzione degli acquisti più equilibrata tra le aree geografiche, emerge ancora di più il ruolo guida del Nord Ovest - e da ora anche del Nord Est - negli acquisti di frutti di bosco, favorito dallo sviluppo della Gdo che negli anni ha sostenuto la diffusione di questa categoria.

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Fasce di età: i più giovani preferiscono i frutti di bosco rispetto alla frutta
Come prevedibile, il confronto per fascia d’età evidenzia una chiara preferenza per i frutti di bosco da parte dei più giovani: rispetto alla quantità media acquistata per famiglia per questi e per la frutta, il differenziale è nettamente a favore dei frutti di bosco sotto i 44 anni e rimane leggermente positivo tra i 45 e i 64 anni. Oltre i 65 anni, invece, la frutta tradizionale torna a prevalere.

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Concentrazione degli acquisti di frutti di bosco nelle famiglie ad alto reddito
L’elevato prezzo al chilo dei frutti di bosco ne conferma il consumo prevalente tra le famiglie con redditi più alti. Nel 2025 la loro quota raggiunge il 26,2% tra i nuclei ad alto reddito e il 34% tra quelli a reddito medio-alto, valori superiori a quelli della frutta (rispettivamente 24,4% e 33,6%). Nelle fasce meno abbienti, invece, la preferenza resta per la frutta. Il divario più marcato si osserva proprio tra le famiglie ad alto reddito, con un differenziale di 2,2 punti in crescita rispetto al 2023. (bf)

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