Francia: vaschette da 250g di pomodori ciliegini marocchini vendute a 99 centesimi

I produttori francesi denunciano la concorrenza sleale di Azura che, invece, sottolinea il rispetto delle regole

Francia: vaschette da 250g di pomodori ciliegini marocchini vendute a 99 centesimi

Ad accendere gli animi fra gli agricoltori francesi sono delle vaschette da 250 grammi di pomodori ciliegini di origine marocchina, vendute al dettaglio nei supermercati del Paese a 99 centesimi al pezzo, come riportato da revistamercados.com. Difatti, durante le manifestazioni degli agricoltori francesi, i pomodori marocchini sono stati additati come simbolo della concorrenza sleale: disponibili tutto l'anno e a un prezzo inavvicinabile che giova di una manodopera a basso costo in Marocco, dove la retribuzione oraria è di 0,97 €/h mentre in Francia di 13,5 €/h. L'azienda in questione è Azura, gruppo familiare franco-marocchino specializzato nella produzione di pomodori nonché leader di mercato del ciliegino, che è stato oggetto di azioni da parte dell'alleanza sindacale maggioritaria FNSEA-Giovani Agricoltori. In particolare, sono state apposte sulle vaschette commercializzate etichette aggiuntive in francese e arabo con la scritta “origine marocchina”, per sottolineare il fatto che l'azienda indicava la provenienza con caratteri troppo piccoli.

Azura afferma di rispettare le regole alla lettera
“Rispettiamo le regole alla lettera”, ha risposto Abir Lemseffer, vicedirettore generale di Azura, durante una conferenza stampa a Parigi. La rabbia degli agricoltori si è diffusa in tutta Europa quest'inverno, ma “è solo in Francia che abbiamo subito una campagna diffamatoria, considerando la stigmatizzazione degli agricoltori sulla provenienza marocchina”, ha affermato. L'azienda, fondata nel 1988, si presenta come un “gruppo familiare franco-marocchino” con un fatturato annuale di 500 milioni di euro e un personale di 18.000 dipendenti, dispiegati fra Francia e Marocco. In particolare, Azura coltiva nel sud del Marocco, ad Agadir ma anche a Dakhla, dove il clima permette di avere un raccolto di pomodori tutto l'anno senza dover riscaldare le serre.

La questione dei dazi doganali
I pomodori giungono in Europa attraverso spedizioni via camion e via nave. Dalla città di Perpignan, nel sud della Francia, vengono poi spediti ai supermercati francesi, tedeschi o svedesi. “Per poter vendere ai grandi distributori svedesi, ogni anno siamo sottoposti a ispezioni”, spiega Abir Lemseffer, a garanzia del rispetto dei criteri sociali e ambientali. D’altra parte, i produttori francesi, però, criticano i pomodori marocchini perché parzialmente esenti da dazi doganali nell'ambito dell'accordo di libero scambio con l'UE. Inoltre, la coltivazione di pomodori marocchini è spesso contestata in quanto contribuisce all'esaurimento delle risorse idriche in un Paese che sta affrontando la siccità per il sesto anno consecutivo. Azura, in risposta, sottolinea che irriga tutte le sue colture ad Agadir con acqua di mare desalinizzata e afferma di voler fare lo stesso a Dakhla non appena sarà operativo un impianto di desalinizzazione. (gc)

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