Il meglio di IFN
Export ortofrutta: volano mele, kiwi e pere. Avocado re dell’import
Nel primo quadrimestre saldo commerciale positivo per 260 milioni di euro

L’ultimo aggiornamento sui dati dell’export ortofrutticolo italiano, diffuso dall’Istat e analizzato dal Monitor Ortofrutta di Agroter, conferma il trend positivo che si sta consolidando da inizio anno. Nei primi quattro mesi del 2025, il saldo commerciale registra un attivo di 260 milioni di euro, in crescita del 31% rispetto allo stesso periodo del 2024. Se a valore il bilancio è nettamente positivo, a volume il settore resta ancora in territorio negativo. Tuttavia, il deficit si sta riducendo sensibilmente: nell’arco di un anno il gap nelle quantità esportate è stato praticamente dimezzato.

Frutta fresca in prima linea
A trainare la ripresa dell’export è la frutta fresca, che segna una progressione superiore al 20% sia a volume che a valore. Buone performance anche per la frutta secca (+15% a valore), per gli agrumi (+11%) e per la categoria legumi e ortaggi (+7%), anche se per questi comparti i volumi crescono di poco, restando appena sopra lo zero; in controtendenza la frutta tropicale, che perde terreno sia a volume (-34%) che a valore (-18%).
Complessivamente, il commercio estero ortofrutticolo italiano ha registrato un aumento del +7% nelle quantità esportate e un incremento del +13% nel fatturato generato.

Importazioni in calo a volume, ma cresce il valore
Sul fronte delle importazioni, il quadro è diverso: i volumi acquistati dall’estero sono calati dell’1%, ma il valore complessivo delle importazioni è cresciuto dell’11%. A pesare su questa dinamica sono soprattutto i prezzi, come dimostra il caso della frutta secca, che ha visto crescere i volumi di appena il 2%, ma con un aumento del valore vicino al +40%. In crescita anche la frutta tropicale importata, che consolida un trend ormai pluriennale con un +3% a volume e un +9% a valore. Ancora meglio gli agrumi esteri, che registrano un incremento del +8% a volume e un robusto +22% a valore.
In lieve flessione, infine, le importazioni di frutta fresca e di legumi e ortaggi, che segnano cali sia nelle quantità che nel fatturato, ma con variazioni contenute di pochi punti percentuali.

Mele, kiwi e pere guidano l’export. Patate in sofferenza, bene il pomodoro
Entrando nel dettaglio delle singole specie, i dati confermano gli stock ridotti di mele: le vendite all’estero sono aumentate di circa il +20% sia a volume che a valore, spiegando così la dinamica dei prezzi e delle disponibilità sul mercato interno.
Andamento simile per il kiwi, che registra un progresso più marcato a valore (+28%) rispetto ai volumi esportati (+15%), segno di un apprezzamento del prodotto italiano sui mercati internazionali. Fa impressione il dato delle pere, con una crescita addirittura in tripla cifra. Il balzo in avanti, però, va letto alla luce della scarsissima disponibilità dell’annata precedente: si tratta quindi di un rimbalzo tecnico, ma resta comunque un segnale positivo. Insomma, quando le quantità ci sono, i nostri operatori sanno ancora dire la loro sui mercati esteri.
Le arance, le brassiche e le lattughe mantengono sostanzialmente le posizioni, tra alti e bassi, mentre le patate segnano un netto calo: quasi -20% sia a volume che a valore. Buone notizie, invece, per il pomodoro fresco, che registra performance simili ma col segno più, mostrando una crescita sia nei volumi esportati che nel fatturato.

Importazioni: boom avocado, giù i kiwi esteri
Sul fronte delle importazioni, prosegue senza sosta la corsa dell’avocado, con le quantità acquistate dall’estero in crescita di oltre +30%. Bene anche le banane, con un aumento dei consumi interni: a fronte di un calo delle importazioni del -2%, le riesportazioni sono crollate del -43%, segno che una quota maggiore della merce rimane sul mercato nazionale.

Tra i prodotti in calo spiccano i kiwi importati, con una contrazione del -33%, seguiti dai pomodori (-26%), dalle pere (-23%) e dalle patate (-6%).
Al contrario, crescono le importazioni di brassiche (+45%), arance (+27%), mele (+26%) e lattughe (+4%). Anche i trend a valore seguono un andamento pressoché analogo a quello dei volumi, confermando le dinamiche di mercato già osservate.
