Il meglio di IFN
Albicocche, il vero nemico è il prodotto raccolto acerbo e stoccato a lungo
Gallo (Op Agricor): “I frutti peggiori governano il mercato, più tutela per chi punta sull’eccellenza”

Con la conclusione della prima parte di stagione, caratterizzata da luci e ombre, entra ora nel vivo la campagna delle albicocche tardive, considerate da molti il cuore pulsante dell’annata. A raccontare l’andamento della stagione è Natalino Gallo, presidente dell’Op Agricor di Corigliano Calabro (Cosenza), intervistato da IFN.
“La prima tranche si è chiusa con soddisfazione commerciale – spiega Gallo – perché le quotazioni sono state buone. Tuttavia, i volumi sono stati molto ridotti: con alcune varietà non abbiamo superato i 70-80 quintali per ettaro. Tra costi di gestione e logistica, nonostante i prezzi, la redditività è rimasta limitata”.
Ora, però, il focus si sposta sulle varietà medio-tardive, come Lady Cot, già sul mercato, Faralia e Nelson, che stanno entrando nel pieno della raccolta. “Puntiamo su un frutto maturo al punto giusto, raccolto al massimo delle sue potenzialità per offrire un prodotto davvero eccezionale – continua Gallo –. Il clima caldo-secco di queste settimane sta esaltando le qualità organolettiche delle albicocche, con gradi brix elevati e sapori intensi che stanno conquistando di nuovo i consumatori”.

Ma a preoccupare Gallo non sono tanto le sfide agronomiche quanto certe dinamiche di mercato che rischiano di compromettere la percezione del prodotto. “Il vero problema non arriva dal campo, ma da operatori che immettono sul mercato frutti acerbi e/o conservati troppo a lungo in frigo, con il solo obiettivo di riempire gli scaffali. Così si danneggia tutto il comparto. In ortofrutta, purtroppo, il prodotto peggiore governa il mercato”.

Il presidente di Agricor denuncia una pratica ancora troppo diffusa: “C’è chi raccoglie frutti acerbi direttamente nei bins, li stocca per settimane e poi li manda in vendita. Ma quello non è più un prodotto fresco, né tanto meno in grado di esprimere le sue qualità. Noi lavoriamo diversamente: raccogliamo in casse da massimo 15 chili, in modo da portare il prodotto il prima possibile nei punti vendita, preservandone freschezza e sapore”.

Uno sforzo che, secondo Gallo, andrebbe maggiormente tutelato da parte della filiera e dalle istituzioni: “Serve una presa di coscienza collettiva. Non possiamo lasciare che pochi, con prodotti scadenti, abbassino la percezione di un’intera categoria”. Guardando avanti, la campagna delle varietà tardive prosegue con buoni volumi. “Dalla prima decade di agosto inizieremo con la Madrigal, una varietà molto apprezzata per colore acceso e polpa croccante. Speriamo solo di evitare picchi termici oltre i 40°C che potrebbero stressare le piante”.
L’appello di Gallo è chiaro: chi lavora per valorizzare il prodotto, puntando su qualità, freschezza e trasparenza, non può essere penalizzato da chi gioca al ribasso. Perché il futuro dell’albicocca, e più in generale dell’ortofrutta italiana, passa anche da qui.
