Massimo Delpozzo: «L’ombra dei dazi Usa minaccia l’export italiano»

I capricci di Trump rischiano di dare una spallata alle aziende del Belpaese

Massimo Delpozzo: «L’ombra dei dazi Usa minaccia l’export italiano»

L’export agroalimentare italiano potrebbe subire un duro colpo a causa della possibile imposizione di dazi del 20-25% da parte degli Stati Uniti sui prodotti provenienti dall’Unione Europea; l’eventuale introduzione dI tariffe doganali, infatti, rischia di compromettere la competitività delle aziende italiane e di ridurre drasticamente il giro d’affari.
Secondo il Centro Studi di Confcooperative, l’Italia ha esportato negli USA prodotti agroalimentari per un valore di 7,8 miliardi di euro nel 2024. Se i dazi venissero applicati, si stima un calo tra il 15% e il 30% delle esportazioni di prodotti chiave, come vino, olio d’oliva, formaggi DOP, ortofrutta (kiwi e uva), pomodoro trasformato e pasta.
L’impatto economico potrebbe raggiungere i 2 miliardi di euro l’anno, una perdita ingente considerando che gli Stati Uniti rappresentano il terzo mercato di riferimento per l’export agroalimentare italiano.

Il kiwi in prima linea tra i prodotti ortofrutticoli a rischio
Tra i prodotti ortofrutticoli più esposti all’introduzione dei dazi vi è il kiwi. Il frutto è tra i più esportati dall’Italia verso gli Usa, con un valore che nelle ultime tre stagioni ha avuto una media di 34 milioni di euro, seguito da frutta secca (principalmente castagne), con un valore di 10 milioni di euro e, infine, anche una piccola quota di uva da tavola, con un valore di 300 mila euro

A confermare la preoccupazione è Massimo Delpozzo, direttore commerciale di Nord Ovest, intervistato da IFN: “Gli Stati Uniti sono una roccaforte per l’agroalimentare italiano. Naturalmente, i dazi avrebbero una ricaduta notevole non solo sugli esportatori ma anche sugli importatori americani. Una tariffa del 20-25% farebbe aumentare i prezzi e potrebbe rallentare i consumi nel mercato di destinazione, innescando un effetto domino anche nel mercato interno”.
Un altro aspetto da considerare è l’impatto sui concorrenti diretti dell’Italia. “Anche la Grecia, che è tra i nostri principali competitor nell’export di kiwi, subirebbe le stesse difficoltà”, prosegue Delpozzo. La penalizzazione di più Paesi esportatori aumenta il rischio di una contrazione della domanda statunitense e crea quello di un'eccesso di offerta sul mercato europeo.

Questo meccanismo, in questo momento, sta creando molti dubbi nell’opinione pubblica perché colpisce direttamente il consumatore americano, in prima battuta, e, indirettamente, il fornitore estero. Se l’attuale stagione sembra volgere al termine senza conseguenze immediate, il futuro è tutt’altro che certo. “Bisogna capire cosa succederà nei prossimi mesi”, sottolinea Delpozzo. Dopo le difficoltà incontrate lo scorso anno a causa delle tensioni in Medio Oriente, le spedizioni di kiwi e mele hanno ripreso a pieno ritmo, ma l’eventuale imposizione dei dazi potrebbe frenare nuovamente il commercio, verso ovest in questo caso. Il settore agroalimentare italiano segue con attenzione gli sviluppi della “guerra dei dazi” innescata da Donald Trump. Il rischio di un’ulteriore stretta protezionistica preoccupa le aziende del comparto, che sperano in una soluzione diplomatica per evitare danni economici pesanti.

Ha collaborato Alberto Biffi